Era fermo là, come sempre
immobile e solitario sulla
parete
luccicante alla luce del
sole
che filtrava attraverso la
finestra
ed illuminava il suo sorriso
quello che lei non vedeva mai
quando gli imponeva il suo
viso
mentre usava trucchi e creme
che non potevano accrescere
la sua bellezza esagerata.
E lui la osservava ogni istante
sentendosi tramortito e
rapito
dalla quella perfezione
incantevole
che non riusciva a possedere
e per dimostrargli il suo
amore
la rifletteva meravigliosa
segnando di luce il suo
profilo
giocando sulla sua immagine
che serbava nel suo cuore di
vetro
e che lei non leggeva mai.
E fu allora che prese la decisione
e con un lampo violento e
preciso
la imprigionò dentro di sé
insensibile alla disperazione di lei
vinto dall'egoismo della
follia
sicché lei attese per secoli
interi
che qualcuno ascoltasse le
sue lacrime
ed infrangesse l’incantesimo
ma visse per sempre dentro
lo specchio
dove la sua bellezza divenne
eterna.
N° 1165 - 18 luglio 2008
Il Custode