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domenica 29 marzo 2015

LO SPECCHIO INNAMORATO

Era fermo là, come sempre
immobile e solitario sulla parete
luccicante alla luce del sole
che filtrava attraverso la finestra
ed illuminava il suo sorriso
quello che lei non vedeva mai
quando gli imponeva il suo viso
mentre usava trucchi e creme
che non potevano accrescere
la sua bellezza esagerata.

E lui la osservava ogni istante
sentendosi tramortito e rapito
dalla quella perfezione incantevole
che non riusciva a possedere
e per dimostrargli il suo amore
la rifletteva meravigliosa
segnando di luce il suo profilo
giocando sulla sua immagine
che serbava nel suo cuore di vetro
e che lei non leggeva mai.

E fu allora che prese la decisione
e con un lampo violento e preciso
la imprigionò dentro di sé
insensibile alla disperazione di lei
vinto dall'egoismo della follia
sicché lei attese per secoli interi
che qualcuno ascoltasse le sue lacrime
ed infrangesse l’incantesimo
ma visse per sempre dentro lo specchio
dove la sua bellezza divenne eterna.

  N° 1165 - 18 luglio 2008

                                                 Il Custode

sabato 28 marzo 2015

L'UOMO CHE DISEGNAVA CERCHI SULLA LUNA

Con il compasso ed il calibro
tracciò dei solchi profondi
e li volle davvero perfetti
sopra la superficie lunare
affinché nel buio del cosmo
brillassero quasi fossero stelle.

Dopo si fermò in un canto
per respirare a pieni polmoni
ogni sospiro, ogni lacrima
modellati dagli amanti e dalle sirene
ed annotava sopra un taccuino
le parole sulle quali inciampava.

Figlio di un Dio indaffarato
egli non conobbe mai il padre
ma cresciuto dall’Orsa Minore
aveva imparato il sorriso
istruito da un delfino nomade
disegnava come ben pochi sanno.

Ma con il passare dei secoli
si rese conto di essere solo
fu allora che svanì il suo senno
e con esso persino la rotta
smarrito il profumo dei sogni
egli cadde in una voragine.

Dentro quel labirinto di cerchi
qualcuna provò a chiamarlo
ma non conoscendo il suo nome
si rassegnò e tacque per sempre
e la luna diventò molto pallida
triste, come chi ha perso l’amore.

  N° 2872 - 27 marzo 2015

                                                  Il Custode

venerdì 27 marzo 2015

PIAZZALE LORETO

Infami
rigurgiti abominevoli
di una patria ingrata
voi che soltanto fino a ieri
eravate tutti ad acclamarmi
mentre adesso oltraggiate
le mie spoglie martoriate.

Che Iddio vi maledica
miserrimi italioti
ignobili
nel mentre che deturpate
il viso bello e delicato
dell’amata mia Claretta
che mi seguì sin nella morte.

Sicché io vi odio
bastardi ed immondi buffoni
frammenti di sterco maleodorante
sparsi per tutto l’asfalto
maestri nel tradire e imbrogliare
voi qui a ridere ed esultare
a festeggiare una vittoria
che certo non vi appartiene.

Orda di ratti sfuggiti alle fogne
voi mi colpite, voi mi sputate
l’ignominia è ben visibile
nella luce dei vostri sguardi
e non è che il gelido riflesso
che si inerpica e balena
dal vuoto nelle vostre anime.

A Milano
offerto al pubblico ludibrio
voi, indegni figli illegittimi
di questo cielo che vi abiura
di questa terra che rinnega
e pare piangere la mia dipartita
quaggiù…in piazzale Loreto.

  N° 2871 - 26 marzo 2015

                                                 Il Custode

giovedì 26 marzo 2015

IN SEGRETO

Sono qui
prigioniero assoluto
di un timore infantile.

E ti osservo nell’ombra
contemplo la tua bellezza
nascosto tra i miei pensieri
io tremo come una foglia
e ti amo in segreto.

Il tuo fascino irresistibile…
sicché io perdo il senno
la testa è un mulinello
una girandola al vento.



Io sono qui
giusto nella penombra
vicino ad un raggio di luna.

Soltanto un bacio
magari una lieve carezza
come fossi diretto al patibolo
ho desiderio ed ho bramosia
di chi si appresta a morire.

Maledetto incantesimo…
io ne sono alla mercé
al bivio tra passione ed oblio
dove ti attendo in segreto.

  N° 2870 - 25 marzo 2015

                                                   Il Custode

domenica 22 marzo 2015

MARCHESE DE SADE

Libertino
ed è un tale piacere
io appago la mia vocazione
che l’umana morale ipocrita
tende a soffocare
ma cosa vi è più di meglio
dello precipitare nell’estasi?

Tra le mura della Bastiglia
dentro una cella umida
ecco dove io venni esiliato
a scontare un fantomatico reato
che un reato in realtà mai fu.

Non mi importa dell’Iddio
né delle leggi astruse
che qualche omuncolo scrisse
secoli prima del mio avvento
l’orgasmo ed il sesso estremo
non è che questo il sentiero
che il mio cuore affamato
intende calcare e seguire.

Strano il mio destino
di fervente rivoluzionario
io che abiurai
la monarchia, la legalità
per essere poi perseguitato
dai proletari ingiusti ed infami
ai quali mi ebbi ad unire
e che dopo mi boicottarono
siccome io fui aristocratico.

Sodomia, violenza ed erotismo
non sono che insulse parole
mentre il fine mio ultimo
è soddisfare il mio istinto
così come fanno le bestie
come volle Madre natura.

Rinchiuso adesso al confino
dentro l’Albergo dei pazzi
io scrivo i miei pensieri
la mia dottrina assoluta
di uomo senza mai remore.

Compongo i drammi
la mia filosofia
le poesie pensate la notte
che furono fonte di accuse
e di calunnie infamanti.

Ma seppure io ebbi catene
alle caviglie ed ai polsi
davvero non rinnego nulla
poiché pur col corpo legato
la mia anima è da sempre libera.

  N° 2869 - 22 marzo 2015

                                                  Il Custode

sabato 21 marzo 2015

LEGGENDA DELLA LUCERTOLA

Dicono che passò veloce
come una scheggia sul muro
e polvere di malta e di mattone
si alzò verso il cielo terso
si adagiò sopra la brezza
sospinta via dalla sua coda.

E contro il sole, le sue pupille
erano gocce di nera ametista
dicono che morì cento volte
alcune per mano dei ragazzini
altre per astio verso la vita
eppure sapeva risorgere sempre.

Danzava in bilico sopra le dita
di una bambina dal volto emaciato
solo la bimba sapeva il suo nome
lo ripeteva dopo ogni bacio
dicono che fu un amore speciale
che suscitava invidia e rispetto.

Seppure in balìa di torture ed abusi
dicono che lei non sanguinasse
ma la sua pelle dai mille solchi
scintillava come prezioso smeraldo
che le signore volevano rubare
per adornare il collo ed i polsi.

Certo ne aveva viste di cose
da farne un romanzo pieno di pathos
mimetizzata tra i rovi e le aiuole
dicono che ascoltasse in silenzio
ma era discreta e molto educata
sicché tenne per sé i segreti.

Poi scese la luna e con lei la notte
qualcuno pensò di vederla nel buio
nessuno sa bene che cosa accadde
però quando morì quella bambina
lei la seguì in un sentiero di ombre
e dicono che non volle tornare.

  N° 2867 - 19 marzo 2015

                                                  Il Custode

martedì 17 marzo 2015

VOLEVO SOLTANTO GIOCARE

Perché mi uccidi?...”
…ma quella domanda inattesa
rimase sospesa nell’aria
poi tentò di scalare il cielo
in cerca di una risposta.

Non soffiava un filo di vento
non c’era nulla a cui aggrapparsi
fu così che si tramutò in lacrima
si insinuò in pertugio minuscolo
da cui raggiunse il fondo del mare.

Davvero non mi ricordo…”
…forse accecato dall’arcobaleno
colpì più volte e proprio sul cuore
nessun rimpianto nel suo sguardo
né alcun sorriso sopra il suo viso.

Un alone di sottile pazzia
quasi una sbronza senza ritegno
e quel filo di sangue lucente
che scivolava sopra la lama
era un sublime viaggio nell’estasi.

Alla fine lei chiuse gli occhi
smarrì un respiro tenuto in riserbo
Ed un ultimo lieve pensiero:
“io credevo di vivere in eterno…”
…forse comprese che si sbagliava.

Alla fine lui mise il broncio
quando scuotendola la chiamò per nome
schegge di ira e di delusione
infine disse con tono sommesso:
“io volevo soltanto giocare…”

  N° 2866 - 16 marzo 2015

                                                  Il Custode

lunedì 16 marzo 2015

JOINT

Prendi possesso di me
e soffiami
nella tua nebbia
giostrami
nell'infinito
del tuo paradiso
ma non lasciarmi
ora
sospeso nel vuoto.

  N° 560 - 9 luglio 1985

                                            Il Custode

sabato 14 marzo 2015

IO SARO'...

Io sarò un re
e ti condurrò nel mio castello
ogni volta che la tua ambizione
sentirà il desiderio di un regno
ed un reame da governare.

Io sarò un giullare
e rallegrerò la tua esistenza
ogni qualvolta che i tuoi occhi
brilleranno di lacrime d’agonia
ed uccideranno il tuo sorriso.

Io sarò l’amore
e mi curerò del tuo cuore
quando la tua solitudine
sarà un fardello troppo pesante
sul sentiero della tua anima.

Io sarò il dolore
che tu depositerai in me
e che io ridurrò in frantumi
perché non ti possa scalfire
e non ti debba mai più ferire.

Io sarò un bambino
e penderò dalle tue labbra
estasiato nell’ascoltarti parlare
e supplicherò le tue carezze
quando la notte farà troppo spavento.

Io sarò un uomo
e non potrò amare che te
e ti consegnerò il mio destino
ma con l’orgoglio e la dignità
di non essere mai il tuo zerbino.

  N° 1081 - 9 maggio 2008

                                                   Il Custode

venerdì 13 marzo 2015

FRAGILI

Fragili
come acerbe foglie
cullate dal vento freddo dell’inverno
noi ci stacchiamo dall’albero
e voliamo nel cielo immenso
per poi infrangerci al suolo
laddove il vento si è calmato.

Fragili
come gocce di pioggia
perdute dal caldo temporale dell’estate
noi ci ritroviamo sull’asfalto
uniti in pozzanghere multicolori
per poi evaporare verso il cielo
sotto i raggi di un sole cocente.

Fragili
come tu ed io
immersi nei nostri problemi
e tu non comprendi i miei silenzi
mentre io non ho compreso ancora
qual è il senso della mia vita
qual è il senso di tutta la vita.

  N° 896 - 31 gennaio 1991

                                                  Il Custode

giovedì 12 marzo 2015

EROTICA

Spogliati ancora per me
e lascia scivolare lentamente
i tuoi vestiti ed il tuo pudore
lieve carezza sul pavimento
che mi rivela il tuo corpo nudo
ed io mi eccito a dismisura
tanto che sale la voglia di sesso
che sovrasta l’ipocrisia vana
di chi da sempre lo chiama peccato
ma il peccato sarebbe non farlo.

Ed è un attimo che pare eterno
incrociare il tuo sguardo perverso
alla ricerca del piacere assennato
ed io non potrei mai resisterti
ipnotizzato dai tuoi seni esposti
dall’odore di mare e di frutta
che sale rapido dalla tua vulva
e percuote il mio debole olfatto.

Adesso noi vinciamo entrambi
mentre le mani prendono a toccarsi
a volare come farfalle impazzite
ed io, folle di confusione e libido
elemosino il tocco delle tue labbra
dal petto che nasconde il mio cuore
fino a dove il mio pene ti attende
per fermarsi dentro il tuo palato.

Ma questa volta è il mio turno
di cibarmi dell’organo lucente
che modelli sulla vetta delle gambe
poi ti stringo come avessi paura
di smarrirti da un momento all’altro
ma sono completamente in te
così tu non puoi più sfuggirmi
ma restare inchiodata alla mia mente
quale simbolo di un amore a tempo
dolce emblema di erotica frenesia.

  N° 1270 - 7 ottobre 2008

                                                   Il Custode

mercoledì 11 marzo 2015

NIRBHAYA

Ebbene sia, dunque
tu, miserabile e infame
io sono alla tua mercé
con il mio pube glabro
poiché sono una bambina
ma questo non sembra importarti
questo non sembra fermarti
tu oramai hai deciso
quello che sarà il mio destino
ma per quanto possa fare male
io non ho paura!

Ho l’anima che impreca
da quanto ti disprezzo
io mi agito, graffio e sputo
e però non serve a nulla
ma provo un tale ribrezzo
per le tue mani sudate
sopra i miei seni minuscoli
fra le mie cosce
ed attorno alle mie natiche.

Il tuo sorriso malvagio
si infrange sul mio viso
tu abusi di me
in maniera selvaggia e impietosa
e te ne compiaci
ma da quale vittoria effimera
ti senti talmente appagato?
Tutto ciò che mi hai rubato
non è altro per te
che una conquista misera.

Io lo vedo
tu adesso sei pronto
per il tuo ultimo affronto
e legata ad un albero
attendo le fiamme crepitanti
è questa la tua soluzione
per farmi tacere per sempre
tu, vile e bastardo
escremento di cagna in calore.

Io non oppongo resistenza
poiché sono una bambina
oramai priva di forza
senza più voglia di vivere
comunque ti guardo negli occhi
perché io ho dignità
e benché la mia morte sarà atroce
in mezzo al fuoco e fra le sterpaglie
in questa radura dell’India
io non ho paura!

  N° 2865 - 10 marzo 2015

                                                  Il Custode

martedì 10 marzo 2015

BOKETTO

In qualche anfratto del nulla
la eco di ogni mio pensiero
si cheta ed infine si adagia
in questo sublime silenzio.

Sguardo assente fisso nel vuoto
e l’udito occluso al mondo
è una sensazione sublime
come se io non fossi mai nato.

Seduto in bilico sulla mia vita
non godo di nessun contatto
non sperpero alcun sospiro
ma faccio provvista di pace.

Passano davanti ai miei occhi
ricordi e paesaggi a me invisi
in processione come formiche
passano e nemmeno me ne accorgo.

Stagioni, persino secoli distanti
tutto il vissuto scivola e svanisce
labbra socchiuse a nutrirsi di aria
ma è bellissimo essere l’oblio…

  N° 2864 - 10 marzo 2015

                                                  Il Custode

lunedì 9 marzo 2015

DI LUCE

Tu sei un riflesso
violento e tenero
di luce
che scivola leggera
verso il mio cuore
nel nucleo profondo
della mia anima
e ti ci inoltri
tu mi sconfiggi
allora imparo l’amore
come non lo sapevo
come non lo vedevo
scintilla avvolgente
di luce
violenta e tenera
quanto i tuoi occhi
al pari della tua bellezza.

  N° 1574 - 22 luglio 2009

                                                 Il Custode

domenica 8 marzo 2015

CANTICO DI UN AMMAZZATO POLITICO

Ho rubato ad un cieco
il suo vedere lontano
e ad un vecchio mendicante
la forza della sua mano
e le lacrime di un bimbo
che piange di paura
e la libertà che un cervo
aveva chiesto alla natura.

Mi hanno pestato a sangue
per votarmi al loro Dio
e poi mi hanno chiuso gli occhi
ed ogni pensiero mio.

Che buio in questa stanza
che fa orrore anche al vento
di umido terriccio
ma anche il cuore è spento.

Chissà se adesso, fuori
qualcuno avrà compreso
che ciò che non ho amato
Dio se l'è ripreso.

E’ la vita che ieri
mi ha voltato le spalle
mentre grido in silenzio :
"ho lasciato la valle."

Odio vedere il sangue
quel colore suo rosso
eterno ora qui il nero
che osservo commosso.

Ho rubato ad un cieco
il suo vedere lontano
e ad un vecchio mendicante
la forza della sua mano
e le lacrime di un bimbo
che piange di paura
e la libertà che un cervo
aveva chiesto alla natura.

  N° 340 - 16 gennaio 1983

                                                   Il Custode

sabato 7 marzo 2015

AL RICEVIMENTO DEL RAGNO

La mia tela è accogliente
e scintilla al bacio del sole
Nella notte s’apriranno le danze
per celebrare la vostra venuta.

Signore mosche, damigelle falene
tutte invitate al mio ricevimento
io, con le zampe fasciate a velluto
e lo sguardo capace di ipnotizzare.

Vi attendo, o prede, alla mia tavola
farfalle e libellule, pasto prelibato
siete leccornie ch’io già pregusto
nella mia dimora, tra la felce e l’albero.

Signorine zanzare, principesse api
s’inizia la musica sopra i vostri lamenti
io sono seduttore, maestro nel circuirvi
sarete la cena, poi provviste per l’inverno.

Sin dal crepuscolo e fino all’aurora
i vostri resti quale tappeto sulle foglie
tutte imprigionate al mio ricevimento
nella mia dimora, tra le gocce di brina.

  N° 2862 - 3 marzo 2015

                                                Il Custode