Pensavo
di modellare con cura
le parole da scrivere
‘ché non fossero spine
create per incrinare
il tuo fragile cuore.
E non ne
trovavo
perduto nei miei sogni
smarrito nel mio cercarti
l’anima non mi parlava
ma sanguinava e sputava
il germe della solitudine.
Finiva così
quell’amore distante
l’amore a senso unico
come corrente del fiume
che scendeva a travolgere
ogni sorriso e ogni lacrima.
E trattenevo
il mio respiro gitano
perché restasse nascosto
dentro la mia bocca arida
che non sapeva più dire
altre parole per te.
N° 1997 - 7 marzo 2012
Il Custode
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