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lunedì 2 febbraio 2015

LAOGAI

Sputo sudore
tra i campi ed i canali
dove le piantine di riso
germogliano lacrime e rabbia
dove il sole è rovente
e penetra nella mia carne.

Io resto immerso
dentro la putrida acqua
ed osservo chi impreca
coloro che oramai esausti
vengono giustiziati e finiti
con un colpo di fucile alla nuca.

Ed ancora nelle miniere
tra cunicoli che pare l’inferno
ed il cuore dei carcerieri
è pietra dura e tagliente
l’aria è talmente sottile
che si respira con parsimonia.

Io resto nel buio
un’ombra dentro gli anfratti
ed ascolto chi supplica
coloro che non vogliono morire
gli oppositori del comunismo
che svaniscono sotto la terra.

Ovunque è il laogai
un infinito campo di sterminio
che si estende per la Cina intera
un’immensa semina di morti
di cadaveri in putrefazione
per la mente malata di Mao.

Io resto in ginocchio
raccolto come un fiore di loto
adesso è giunto il mio turno
di espiare non so quale colpa
e sento uno sparo, poi il fuoco
infine mi inoltro nel nulla.

  N° 2848 - 1 febbraio 2015

                                                    Il Custode

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