Accadde in un
istante
e colpì la nuca ed il cuore
rammento un profumo buono
fragranza di notte, o forse di sera
mentre io discorrevo coi grilli
io ‘contavo storie alle lumache.
In ginocchio,
e nessun Dio
da pregare oppure adulare
accadde benché io non volessi
ed io lo dissi alla formica
ma lei trasportava lacrime
sicché nemmeno mi rispose.
Un pipistrello
là di passaggio
ed una falena che imprecava
stretta fra i denti ed il sangue
capì in fretta che stava morendo
ma la luna era talmente bella
che la morte le parve dolcissima.
Il bambino
aveva pochi anni
io un delirio in più da rammendare
ad una spanna sopra l’oblio
si agitava un vento lieve
era quello il suo ultimo respiro
il suo imbarazzo nel dire addio.
A pochi passi
da un nuovo crepuscolo
la sua ombra salutava chiunque
e sul sentiero che conduceva a casa
il solo ologramma del suo sorriso
frattanto che il cielo si tingeva
di quel fottuto gelo improvviso.
N° 2859 - 27 febbraio 2015
Il Custode