Adesso tu sei
tornata
dalla voragine infida
che ti voleva rapire
dove il buio profondo
ti occludeva al mio sguardo
e benché io ti chiamassi
la tua distanza era tale
che il tuo sospiro svaniva.
E ragni e poi
millepiedi
sono state le tue sole guide
fino alla flebile luce
che si insinuava curiosa
là, dove io ti attendevo
con il mio mazzo di rose
che bagnavo con le lacrime
che mi sfuggivano via.
Dopo
pipistrelli e farfalle
che ti volavano incontro
e tu, sopra le loro ali
ti arrampicavi a fatica
ma il tuo cuore pulsava
la tua venuta alla vita
mentre cicale accorrevano
e cantavano una gioia discreta.
Con il mio
mazzo di rose
io contemplavo il tuo petto
illuso che solo i miei occhi
curassero ogni tua ferita
poi lucci ed ancora salmoni
giunti da acque distanti
da versare sul tuo dolore
e con le acque trascinarlo lontano.
Gatti randagi
per la strada
sembravano quasi danzare
le vibrisse sulle tue gote
per vivere del tuo profumo
adesso tu sei tornata
le stelle ti fanno moine
io imploro, tra le mie rose
affinché tu debba restare.
N° 2046 - 8 aprile 2012
Il Custode
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