Raccoglilo delicatamente
dal cuscino di seta
sul quale lo hai posato
e liberalo dalla gabbia di
cristallo
nella quale lo hai rinchiuso
poi vieni a cercarmi
all’interno del labirinto
dei miei mille dolori
e restituiscimi il mio cuore
dopo avere tolto i chiodi
con i quali lo hai fissato
alla tua immagine magnetica.
Ignora le mie lacrime
che non sono niente
se non gocce di vita
che mi sta abbandonando
e copri con un velo pietoso
l’opprimente malinconia
che mi sta annichilendo
e restituiscimi il mio cuore
perché io posso farne senza
ma ho il terrore di morire
lasciando che esso diventi
la tua eredità.
N° 967 - 22 settembre 2007
Il Custode
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