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martedì 30 dicembre 2014
UN UOMO DENTRO I MIEI OCCHI
Sedendo poi
...Padre mio
Allora
...Potessero le stelle
del cielo notturno
N° 822 - 14 novembre 1988
sabato 27 dicembre 2014
UN ULTIMO GIORNO DI VIAGGIO
D’improvviso
ti stringo la mano
e sento che è fatta di polvere
e scivola e poi si alza ancora
al primo sbadiglio del vento.
Io non so e
non ho imparato
a tenerti più forte sul cuore
è che il cuore mio non esiste
nel petto ho soltanto cenere
rubata ad un cimitero distante
tra i tornanti del mio dolore.
Accadde
allorché tu moristi
ed alla tua età non si dovrebbe
sicché io con l’argilla e le lacrime
ho modellato un’anima fittizia.
Cosa ti è mai
saltato in mente?
Ed il tuo sangue si infrangeva
tra gli anfratti delle tue vene
nella risacca dentro i tuoi occhi
e sembrava tu mi volessi parlare
ma non sapevi risalire la corrente.
Eppure,
bambino, tu mi manchi
come se te ne andassi ogni istante
sebbene sia svanito nella notte
per quell’ultimo giorno di viaggio.
La figura che
bacio con garbo
ha la forma della tua ombra
ed io la ho amata a tal punto
da innamorarmi della oscurità
e la luce che tu mi raccontavi
è una leggenda oramai tramontata.
Io ti ascolto
e però la tua voce
è la eco di una mia antica pazzia
uno scrigno racchiude i tuoi sogni
quelli che noi non abbiamo vissuto.
Il mio ricordo
diventa un macigno
che sollevo con maggiore fatica
sicché, bambino, io ti amo
e non importa che tu sia un miraggio
ciò che importa è che ti abbia cullato
nel tuo ultimo giorno di viaggio.
N° 2837 - 27 dicembre 2014
Il Custode
venerdì 26 dicembre 2014
L'ANGELO
Stelle indisciplinate
ed una luna bellissima
questo cielo mi tenta
ma la tentazione è peccato
e adesso che sono angelo
io devo essere cauto.
Quante anime
sole
in questa limpida notte!
E lacrime, infine sospiri
si insinuano nel mio cuore
e c’è chi muore, chi nasce
mi occuperò di questi ultimi.
Annuso sbuffi
d’amore
sulle vibrisse dei gatti
che nessuna colomba di pace
potrebbe mai prevaricare
quel senso di sublime poesia
davvero è incomparabile.
Gli umani
credono e pregano
hanno uno strano destino
giustificano ogni tragedia
quasi fosse qualcosa di ineluttabile
si preparano alla resurrezione
ma non saranno che cenere.
Questo mondo è
perfetto
un capolavoro di forme
di colori ed ancora profumi
che mescolano, dopo si sfaldano
e questo paesaggio mi tenta
ma la tentazione è ingannevole.
Le ali sono di
antrace
si fondono in fondo alle tenebre
e adesso che sono angelo
io non posso più bestemmiare
che se soltanto Iddio esistesse
non me lo perdonerebbe.
Lontano, oltre
la nebbia
il paradiso mi attende
è fatto di spine e di nuvole
e canti che danno la nausea
ma io prediligo il tuono
ed il tonfo dei delfini nel mare.
Stelle che
adesso si chetano
in grembo ad una magica luna
la pece si scioglie sui monti
al calore del sole levante
è tempo di tornare al mio nido
a sognare d’essere vivo ancora.
N° 2836 - 26 dicembre 2014
Il Custode
giovedì 25 dicembre 2014
LA DAMA NERA
La tua
bellezza magnifica
è fonte di maledizione
nessuno ti seppe vedere
oltre il tuo viso sublime.
Eppure in
fondo al tuo sguardo
possiedi un intero universo
di stelle che cadono al suolo
di lune che accolgono il cielo.
Frammenti di
distanti epoche
tu, dama di nera sventura
agognata da demoni e streghe
venerata dal Signore dei tempi.
Amarti sarebbe
assai semplice
nella notte profumata di oblio
una immensa pianura di croci
ecco il talamo dove mi attendi.
Hai la voce
che pare un lamento
un sospiro di banshee bambina
io sento la tua eco chiamarmi
per condurmi al lago di Ophelia.
E rammento, io
rammento ancora
la rosa, il lupo e Isabeau
mi inoltrerei sulla via del castello
ma come potrei mai ritornare?
Tu, dama di
nero ghiaccio
eppure fiamma per il mio cuore
la tua bellezza è rimpianto
la mia vita soltanto leggenda.
N° 2835 - 25 dicembre 2014
Il Custode
martedì 23 dicembre 2014
VAI
Chiudi tutte
le tue parole
dentro un fazzoletto di seta
affinché io non possa sentirle
che sentirle sarebbe inutile
fa’ che non escano più
da quel pezzo di stoffa ed oblio.
Dopo raccogli
i tuoi sogni
e vai dove ti recano gli occhi
fermarti parrebbe insensato
sicché fingo di non vederti
o forse non è che il risveglio
dopo anni di cecità assoluta.
Disegna il
messaggio di addio
sopra i tuoi campi di nuvole
quale che sia il suo significato
pare che giunga tardivo
nessuno ha una tale vista
che arrivi fino al tuo cielo.
Adesso che
semini lacrime
io avrò una pozione da bere
sarà il dono dell’immortalità
benché io sia morto da secoli
supplicarti per me è sconveniente
restituiscimi il mio amore poi vai.
N° 2834 - 22 dicembre 2014
Il Custode
domenica 21 dicembre 2014
ECCE HOMO
Io odio
dunque uccido
e mi diverte
poiché sono malvagio
un assassino perfetto.
Invento guerre
creo supplizi e torture
bramosia del sangue
appagamento sublime
nel dispensare terrore.
E distruggo
senza provare pietà
con il consenso dei santi
la benedizione di Dio
che ha imparato a temermi.
Sono un uomo
codardo e presuntuoso
però rifuggo l’amore
che saprebbe come svelare
quanto io sono debole.
N° 2080 - 8 maggio 2012
Il Custode
sabato 20 dicembre 2014
QUESTO AMORE SUBLIME
“Raccontato da te
questo amore è sublime
sicché io siedo ed ascolto
ed incomincio a sognare…”
Adesso,
scritte su di un foglio
sembravano un epitaffio
quelle speranze in frantumi
come cristallo sul pavimento.
Allora egli
prese quel foglio
lo avvicinò al caminetto
e quando prese a bruciare
vi si accese una sigaretta.
Seduto a gambe
incrociate
osservò quelle voraci fiamme
nutrirsi delle parole pensate
che presto si fecero cenere.
E quando volò,
la cenere
si mescolò al fumo e al dolore
il fumo della sua sigaretta
il dolore nella sua anima.
“Raccontato da te
questo amore è sublime…”
Eppure lui non lo ricordava
come non fosse mai accaduto.
N° 2833 - 20 dicembre 2014
Il Custode
venerdì 19 dicembre 2014
DEJA' VU
...Come un vecchio dipinto
preso in custodia dal tempo
ora torna a temperarsi
una lurida baracca
sull'argine di un fiume secco.
Molassana è sempre là
con
la sua miseria
e la
sua vita senza sbocchi
e quella baracca
che
osservò i miei primi passi
ora è
legna da ardere
nei
freddi pomeriggi d'inverno...
Quanto pareva bella la nuova dimora
chiusa nel cuore operoso
di Sampierdarena
allora quasi scordai
le vecchie disgrazie...
...il fuoco sulla schiena
(povera sorella mia fragile)
le pesanti accuse...
E nessuno voleva credermi
quando gridavo disperato:
<<Non è stata colpa mia!...>>
...Colpa mia?...
No, non è stato così
ma cosa conta, oramai, la verità
a distanza di tanti anni
tanti quanto
non sono riuscito a far sì
che qualcuno mi credesse.
Ma la miseria
non mollava la presa
così persi tre anni
in un triste collegio
dove le grida di suore cattive
mi rendevano crudele e testardo.
E mentre il loro battipanni
picchiava con violenza su di me
io gridavo
e bestemmiavo contro di loro
ed il loro fottuto Dio...
Stronze puttane!
E più loro picchiavano
fino a lacerarmi le carni
più io gridavo
e bestemmiavo:
...<<Andate a farvi fottere, troie
andate a farvi fottere
dal vostro Dio menzognero!>>...
E non ci riuscirono
non riuscirono a piegarmi.
Quando fuggii la prima volta
implorai i miei genitori
di non riportarmi laggiù
in quel maledetto paradiso
velato di malvagità
ma non mi ascoltarono
ed io
fuggii una volta ancora
così non tornai lì dentro
perché dissero
che ero un cattivo esempio
per quel branco di marionette
che seguivano tranquilli
ogni loro dire.
Ma non m'importava
io ero felice, finalmente
perché avevo vinto
la mia prima battaglia.
Poi ci furono tempi migliori
ma non riuscii, comunque
a liberarmi
da questa ossessionante tristezza.
Nel tempo in cui
credevo ancora nell'amore
mi smarrii in un oceano idilliaco
colmo di isole ed avventure
e per ognuna di esse
qualcuno trafisse il mio cuore
con un pugnale infiammato
e dalla punta avvelenata.
E furono solo fallimenti
colmi di dolore
...di rimpianti.
Oh, no!
Arrivò poi lei...R.N. '59
l'unico raggio
di un sole caldo e lucente.
Oh, Satana!
Dove
sarà mai
la mia
dolce Raffaella?
Ci fu
la donna bambina
quella che divenne mia moglie
...quale grave errore!...
Ed è triste fare finta di nulla
cancellando tre anni penosi
inventandoli
come un'esperienza in più.
Fu lei l'artefice
della mia vigliaccheria
della mia paura
di credere al sorriso
di un'altra donna
fu lei che mi regalò
il terrore di essere infelice.
...O è, forse
il terrore di essere felice?...
Poi
in un inverno freddo
freddo soprattutto nell'animo
se ne andò
il mio uomo preferito
...mio padre.
Così rimasi disperatamente solo
e schiavo di una nuova colpa.
...Se n'era andato
nel preciso
istante in cui
io avevo
compreso chi era
come si
chiamava
e per quali
ragioni
dovevo
amarlo profondamente.
Allora
restai una notte intera
seduto accanto a lui
lievemente appoggiato
sulla sua bara ben lavorata
ma non piansi
non so il perché
riuscii solo e finalmente
a chiedergli scusa:
<<Scusami padre,
perdona
tutto il male
che sono
stato capace
di
recarti...>>
Oh,Satana!
Ti
prego
fa
ch'egli m'abbia compreso!
.....................................................................
.....................................................................
.....................................................................
.....................................................................
Ed eccomi ora qui
perso in un paese lontano
lontano da Genova
...la mia Genova adorata!
Oltre la cortina di fumo
ed il mare civile
di una grande città
a rivivere i momenti passati
come fossero
un tragico dejà vu.
E non ce la faccio
né qualcuno mi ascolta
né qualcuno
mi aiuta a morire.
...Come potrei, quindi, morire?...
Almeno abbiate pietà di me
lo imploro a te Chiquitita
lo supplico a te Querida
ed a te "Zio"
almeno voi che mi comprendete
abbiate pietà di me...
N° 773 - 14 gennaio 1988
Il Custode
domenica 14 dicembre 2014
ACIDO
Dimmi cosa si prova
a viaggiare con la mente
tra le nebbie del tuo acido
quanti colori e quanti dolori
riesci a vivere
credendoli solo immaginazione?
Dimmi cosa si sente
dentro il tuono della tua pazzia
un rumore tanto violento
da prevaricare il grido
del tuo bisogno di vita.
Dimmi cosa si vede
oltre il muro della tua debolezza
e per quali dolori
o quali malinconie
hai bruciato la tua personalità.
...Ma tu non provi
niente
non senti e non vedi più
incatenata dalle tue pastiglie
la tua umanità è svanita
lasciandoti sola
...un vegetale
dentro il tuo mondo
apparentemente comprensibile...
N° 851 - 7 giugno 1989
Il Custode
venerdì 12 dicembre 2014
LE RUGHE DEL GENERALE
Solcano il suo
viso antico
come fossero profonde trincee
che attraversano ed incidono
uno sconfinato campo di sterminio.
Solcano il suo
viso severo
ed ogni lacrima che precipita
diventa lago salato e dopo oceano
dove affondano i suoi ricordi.
La eco delle
urla disperate
sono tuoni assordanti dentro la testa
è attraversato lo sguardo stanco
da lampi violenti e violente visioni.
Quanti soldati
ha visto morire!
Corpi incastrati nel filo spinato
sogni spezzati dalle baionette
quanti soldati ha mandato a morire!
Il generale
adesso non parla
e scivola giù dal suo sigaro
la cenere diretta alle ginocchia
fiocchi di neve dipinta di antrace.
Il generale
non sa cosa dire
ai pensieri che lo percuotono
eppure un tempo aveva mille parole
da dire a ragazzi destinati al macello.
Un mantello di
tenebre e stelle
cala il sipario delle sue palpebre
mentre sfilano ombre e boati
poi si allontanano come fantasmi.
Il suo cuore,
alla fine sconfitto
dalle battaglie che ha tollerato
dalle medaglie unte di sangue
il suo cuore alla fine si quieta.
N° 2832 - 12 dicembre 2014
Il Custode
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