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lunedì 18 febbraio 2019

LA BAMBOLA GOTICA

Tu sei seduta con garbo
sopra la sedia di vimini
e con le pupille di vetro
ancora continui a fissarmi
mentre la luce che filtra
dalle persiane socchiuse
ti rende alquanto spettrale
un emissario del diavolo.

Tu odori di maledizione
qualcosa che mi sconvolge
e nella stanza, in penombra
il tuo sospiro è come vento
sferzante e molto gelido
e che mi graffia la pelle
lasciando cicatrici profonde
dal lezzo di zolfo e di fiamma.

Chi sei, inquietante creatura
ed impietosa aguzzina?
Seppure piuttosto impercettibili
li percepisco, i tuoi movimenti
quasi di serpe che striscia
ed infrange il totale silenzio
eco di antichi singhiozzi
da violenze e torture subite.

Pare che tu abbia deciso
ch’io debba scontare la pena
per le sevizie a te inflitte
dai miei avi fanatici e stolti
ma quale sarà mai la colpa
perché adesso io devo morire?
Eppure la tacita supplica
risulta, ahimè, essere vana.

D’un tratto io non ti vedo più
ti cerco con lo sguardo pavido
e che ora si abitua al buio
alle ombre di questa notte
e quando ritrovo la vista
ti scorgo sopra il mio volto
e tu sei una visione tremenda
la morte che ottiene la preda.

Lo sterno diventa tempesta
il mio respiro, un uragano
io imploro, e però sono muto
ed annaspo nella mia urina
tu, orrenda bambola gotica
hai ottenuto la tua vendetta
sicché torni a sedere con garbo
ed intanto il mio cuore implode.

  N° 3570 - 18 febbraio 2019

                                                     Il Custode

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