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giovedì 28 febbraio 2019

CASA DEI RAGNI

Cosa importa se resto solo
prigioniero in queste stanze?
Io che, dentro questa casa
sono morto da molti decenni
tanto che, sotto il parquet
tutto il sangue da me versato
è diventato una macchia di pece.

I ragni appesi alle loro tele
adesso litigano per una mosca
io li osservo con ciò che rimane
dei miei occhi, del mio pensiero
seppure non penso da molto tempo
da quando ho smesso di masturbarmi
e di mangiare semi di canapa.

Io ancora non mi so abituare
all’ululato del vento d’autunno
che a volte entra dalla finestra
per cercare un po’ di riparo
e mi spaventa, e mi infastidisce
sicuramente più del borbottio
della teiera dimenticata sul fuoco.

Testardamente cerco il mio cuore
rimasto in mano all’ultimo amore
fuori è la notte, forse già primavera
però le mie ossa sono ghiacciate
io, tra la polvere e l’odore di muffa
coltivo il silenzio per evitare
che qualcuno si accorga di me.

  N° 3575 - 28 febbraio 2019

                                                      Il Custode

mercoledì 27 febbraio 2019

BALLERINA E LA LUNA

Io sono soltanto un’ombra
minuscola sul promontorio
però danzo la tua bellezza
ti adulo per solo amore.

O luna così grande e lucente
da far sussultare il mio cuore
sei magia nella volta notturna
che scende a baciarmi le gote.

Fonte di garbo e di grazia
ecco che io da te imparo
e muovo i miei primi passi
sulle mie scarpette leggere.

T’amo che mai prima d’ora
ho provato questo tumulto
violare con forza l’anima
e lasciarvi un senso di pace.

O luna, tu fra i miei capelli
ed in bilico dentro lo sguardo
tu ed io in balìa della notte
tutto il resto è molto distante.

  N° 3574 - 26 febbraio 2019

                                                      Il Custode

domenica 24 febbraio 2019

LA LUCE

Si insinua con prepotenza
ed è fastidiosa, invadente
poi sbircia tra le pareti
della mia debole anima
ed io non la tollero più
la luce che mi divora.

Voglio tornare alle ombre
alla notte dentro il mio cuore
ma in quale sperduto anfratto
in quale profonda voragine
io potrei mai riparare
da questa alba che sorge?

Sia maledetto il destino
che m’ha portato distante
dalle tenebre che mi partorirono
ed ora, come estremo supplizio
mi rende, infine, prigioniero
schiavo della luce bastarda.

  N° 3573 - 24 febbraio 2019

                                                        Il Custode

venerdì 22 febbraio 2019

RAPSODIA DEL BRUCO

Sospeso sopra la foglia
io osservo la vita che scorre
e sotto di me, le formiche
che sembrano avere premura.

Ogni tanto io scendo a terra
per saggiare il terreno di sterpi
e sentire sotto il mio ventre
la fresca umidità del mattino.

Dicono che sarò farfalla
avrò ali ed avrò bellezza
in realtà, quello che sogno
è di avere una mite esistenza.

Io adoro l’intero bosco
dagli odori di frutti autunnali
ed i suoni che, durante la notte
danzano insieme a cespugli ed alberi.

Però, quando arriva l’estate
ecco il momento migliore
un’apoteosi di canti e colori
che coinvolge tutti gli insetti.

S’alzano al cielo, le fronde
ad annusare i raggi del sole
quello è l’unico e il solo istante
nel quale io vorrei poter volare.

Ma rimango ed attendo il destino
che avrò le ali e avrò la bellezza
e farò piroette nell’aria
per riposare, infine, tra i fiori.

  N° 3572 - 22 febbraio 2019

                                                     Il Custode

mercoledì 20 febbraio 2019

UN CUORE

Avevo un cuore
un carillon inceppato
arrugginito dal tempo
ma che tornava alla vita
al suono della tua voce.

Dopo venne il silenzio
quando calò il sipario
e accadde che te ne andasti
dove io non ricordo
o forse non voglio sapere.

Io ti amavo tantissimo
lo confessavo alla luna
con un giuramento solenne
durante la prima notte
che ti ebbi negli occhi.

Ma sono incespicato
sull’amore taciuto
sull’addio che dicesti
e stavo nella voragine
sopra di me, la solitudine.

Perché non ritorni?
Perché mai dovresti?
Passa un bruco distratto
ed accarezza i miei dubbi
e beve dalle mie lacrime.

Ho smesso di amare
lo dico per darmi un tono
lo penso per ipocrisia
eppure, senza il tuo viso
il cuore ritorna a fermarsi.

  N° 3571 - 20 febbraio 2019

                                                       Il Custode

lunedì 18 febbraio 2019

LA BAMBOLA GOTICA

Tu sei seduta con garbo
sopra la sedia di vimini
e con le pupille di vetro
ancora continui a fissarmi
mentre la luce che filtra
dalle persiane socchiuse
ti rende alquanto spettrale
un emissario del diavolo.

Tu odori di maledizione
qualcosa che mi sconvolge
e nella stanza, in penombra
il tuo sospiro è come vento
sferzante e molto gelido
e che mi graffia la pelle
lasciando cicatrici profonde
dal lezzo di zolfo e di fiamma.

Chi sei, inquietante creatura
ed impietosa aguzzina?
Seppure piuttosto impercettibili
li percepisco, i tuoi movimenti
quasi di serpe che striscia
ed infrange il totale silenzio
eco di antichi singhiozzi
da violenze e torture subite.

Pare che tu abbia deciso
ch’io debba scontare la pena
per le sevizie a te inflitte
dai miei avi fanatici e stolti
ma quale sarà mai la colpa
perché adesso io devo morire?
Eppure la tacita supplica
risulta, ahimè, essere vana.

D’un tratto io non ti vedo più
ti cerco con lo sguardo pavido
e che ora si abitua al buio
alle ombre di questa notte
e quando ritrovo la vista
ti scorgo sopra il mio volto
e tu sei una visione tremenda
la morte che ottiene la preda.

Lo sterno diventa tempesta
il mio respiro, un uragano
io imploro, e però sono muto
ed annaspo nella mia urina
tu, orrenda bambola gotica
hai ottenuto la tua vendetta
sicché torni a sedere con garbo
ed intanto il mio cuore implode.

  N° 3570 - 18 febbraio 2019

                                                     Il Custode

venerdì 15 febbraio 2019

1962

Quella nuvola oscura
solcava il cielo notturno
e non lo faceva per caso
…presagio, forse minaccia
comunque incuteva timore.

Agli argini della pianura
tremarono gli ultimi grilli
quando il primo vagito
annunciò dalle lontane terre
che era giunto il momento.

Era soltanto un bambino
che nel viaggio dalla placenta
assorbì pensieri esoterici
reminiscenze di antiche alchimie
descritte nel libro degli inferi.



Aveva lo sguardo di fiamma
e poche, misurate parole
ed i cani ed i gatti di strada
ricordano ancora il suo nome
ma non osano di pronunciarlo.

Poi, così come era arrivato
cavalcò la tempesta perfetta
e svanì giusto in fondo all’oceano
lasciando una scia angosciante
di paura mescolata al disagio.

Ancora oggi, raccontano i posteri
che i secoli sono trascorsi
ma nulla fu più come prima
poiché fu davvero l’Annus horribilis
il 1962.

  N° 3569 - 14 febbraio 2019

                                                      Il Custode

mercoledì 13 febbraio 2019

IN CATTIVITA'

Sono nato in cattività
partorito
da una scheggia d’inferno
schiavo delle tue catene
la rabbia da me seminata
ha generato l'armageddon.

Ho scalato la cenere
vincendo la mia allergia
verso i raggi del sole
benché sulle mie rughe
si aprano ferite
profonde quanto la notte.

Adesso scendo sul mondo
libero di cacciare gli umani
di ucciderli
e dopo sorridere
poiché il mio cuore è muto
scevro da qualsiasi pietà.

Deforme per professione
io cammino allo stato brado
perché né gabbia né prigionia
hanno potuto fermare
la mia sete di crudeltà
l’ebbrezza della pazzia.

L’Iddio non mi spaventa
giacché non è che finzione
ed io siedo e mi crogiolo
sui cadaveri come trofei
giusto per perfezionare
l’appagante arte dello sterminio.

  N° 3568 - 12 febbraio 2019

                                                      Il Custode

ASIA

Sto aspettando, Asia
l’amore che tu prometti
che si inerpica sulle ferite
le cura e le guarisce
col tocco delle tue labbra.

Ho desiderio di averti
dentro l’anima cieca
che mendica il tuo sorriso
e ne accarezza i contorni
per ritornare alla vita.

Perché ti amo, Asia
e detesto il tempo trascorso
distante dalle tue braccia
sicché io riprendo a cercarti
e ti riporto ai miei occhi.

  N° 3567 - 12 febbraio 2019

                                                     Il Custode

lunedì 11 febbraio 2019

...E TU DIVENTASTI CENERE

Accadde durante il canto
delle cicale tra l’erba
nella sera che rendeva il prato
un’immensa distesa di tenebra.

E stelle sospese nel cielo
per impietosire la luna
che era intenta ad amoreggiare
con il riflesso delle montagne.

Nessun messaggero alla porta
ad annunciare quella sventura
ed io non perdonai al destino
di essere stato assai cinico.

Sicché i tuoi brevi pensieri
esplosero in frammenti di sangue
e tu decidesti in un attimo
di congedarti da me.

Allora le cicale tacquero
le stelle crollarono al suolo
e la luna domandò scusa
e pianse fino a crescere il mare.

Accadde…e fu oramai tardi
per improvvisare una lacrima
che tu diventasti cenere
e dopo un ricordo struggente.

  N° 3566 - 11 febbraio 2019

                                                     Il Custode

venerdì 8 febbraio 2019

D'IMPROVVISO TI PENSO

D’improvviso ti penso
ed un lieve sorriso
scivola dalle mie labbra
io lo raccolgo dal suolo
per evitare che il fango
ne faccia una massa informe.

Io ricordo il tuo viso
quale astratto supplizio
e con le mie mani sapienti
ne ricompongo il profilo
però non ne sono convinto
e lo disfo e lo modello ancora.

Ho una psiche complessa
simile ad un cane da caccia
che segue le flebili tracce
lasciate dal tuo profumo
ma con un conato di vomito
io rigurgito ciò che tu fosti.

Sei un pensiero costante
al pari di quelle ferite
che non si cicatrizzano
nemmeno cosparse di urina
neppure con i baci amorevoli
di una malata di mente.

Ho un’anima instabile
che ti cerca tra i rovi
e non rammenta il silenzio
nel quale tu giaci sepolta
si punge e continua a cercare
mentre tu continui a tacere.

D’improvviso ti penso
e quel lieve sorriso
diventa rabbia, infine dolore
allora io lo poso con cura
sul bordo del marciapiede
dopodiché lo calpesto con forza.

  N° 3565 - 8 febbraio 2019

                                                  Il Custode