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mercoledì 16 maggio 2018

VERSO IL FONDO

Ho sceso le scale
un gradino poi l’altro
lasciando alle mie spalle
quel senso di sicurezza
che dava la luce filtrante
al di là della porta socchiusa.

Ed il buio si faceva fitto
sicché la mia ansia cresceva
il fondo era così profondo
da sembrare irraggiungibile
ed aveva l’odore acre
della vita che sta per finire.

L’umidità e la percezione
di un soffocante terrore
laddove poggiavo i miei piedi
tra scricchiolii e lamenti stridenti
dei ragni, persino degli scorpioni
schiacciati dalle mie suole.

Il fondo era così profondo
che pareva non avere fine
la sua acqua di lezzo stagnante
mi raggelava la pelle
fuggire mi era oramai impossibile
la salvezza era mera utopia.

Io so che il mio destino
si avvicinava all’oblio
la morte mi stava aspettando
o forse io aspettavo lei
ma non aveva importanza
purché tutto avvenisse in fretta.

Ho sceso le scale
e non ricordo null’altro
se non il fondo profondo
che inghiottiva i miei passi
i miei pensieri e i respiri ultimi
e tutto ciò che io fui.

  N° 3380 - 15 maggio 2018

                                                  Il Custode

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