su di Calmost, il
mendicante
in ginocchio, egli, e
penitente
nell’antica piazza del
villaggio.
Il suo sguardo è una voragine
che si apre sotto gli
astanti
dame e fanciulli vi
precipitano
e non sanno più
ritornare.
Egli tende la sua mano vuota
di sentieri diretti agli
inferi
vi si può leggere
l’intera sua vita
Fatta di stenti e strane
alchimie.
Qualcuno crede che egli sia un demone
alcuni, altresì, lo
considerano un dio
ma sorride, Calmost, il
mendicante
un sorriso che pare una
latrina.
Si rincorrono voci tremende
per le strette strade
del villaggio
dicono che chiunque gli
abbia parlato
abbia perduto l’anima e il
senno.
Ma egli rimane saldo sul trono
ad elemosinare pane e
monete
benché sembra essere
solo il pretesto
con cui divorare i
cuori, di notte.
N° 3386 - 27 maggio 2018
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento