poiché, durante la notte
io ascoltai le tenebre
ed annegai nella mia
anima
ogni leggero sussurro
fatto d’inchiostro di
stelle.
Sicché mi sentii sereno
nell’osservare la
pioggia
mentre restavo seduto
in cima alla vetta più
alta
di una luna che
ammiccava
come una geisha
d’Oriente.
In seguito cavalcai l’onda
sopra la spuma del vento
ed ebbi pensieri felici
che seminai tra i campi
e le rose, e le
margherite
volarono a baciare il
cielo.
Però, oltrepassato il tuono
di un temporale di
luglio
io scorsi cadere le
lacrime
dall’otre di nuvole
grigie
fuggii fino a sentirmi
al sicuro
dentro il grembo
dell’Orsa Maggiore.
Infine ricordo un ultimo lampo
colpirmi dentro lo
sguardo
ma non vidi il mio
dolore
sanguinare in fondo al
lago
comunque ne assaporai il
sapore
dal sapore di pane
raffermo.
Scelsi il silenzio
giacché stanco delle
parole
trascinate dall’alta
marea
sino alla soglia dl mio
cuore
dove il suo violento
battito
mi rese sordo ed
insensibile.
N° 3382 - 22 maggio 2018
Il Custode
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