un interminabile istante
lo serberò nella mente
sino alle pendici del
cuore
sicché tu sarai l’amante
che io sognavo da secoli
fino a quando il mio
sogno
si è tramutato in
fuliggine.
Ho la marea nei miei occhi
che mi fa prigioniero
del suono della tua voce
come le sirene di Ulisse
sarà questo il mio
supplizio
nel nucleo della
solitudine
laddove ho venduto il
tuo viso
al prezzo di un
abecedario.
Poiché ho scordato l’amore
lungo la via Emilia
tra buche colme di
pioggia
e navi dirette ad
Atlantide
ma se tu ripeti il tuo
nome
io mi sentirò meno solo
come chi è nato di notte
come chi è morto per
gioco.
N° 3383 - 24 maggio 2018
Il Custode
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