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giovedì 31 maggio 2018

VIAGGIO VERSO LA SOLITUDINE

Non è che un deserto
questa immensa distesa sperduta
dipinta di tenebre e nebbia
dove vagano alla deriva
alcune nuvole in putrefazione.

Il silenzio è totale
leggero quanto una piuma
che plana con delicatezza
sopra le immobili acque
del lago opaco e disperato.

Nella barchetta di carta
adesso io isso le vele
sperando che si alzi il vento
per cominciare il mio viaggio
incontro alla solitudine.

Sono un gatto curioso
che scivola dentro la notte
e si ferma ad osservare la luna
che germoglia raggi sbiaditi
troppo flebili per l’alta marea.

Nessuna stella, né pioggia
sotto questo arido cielo
io provo a spendere lacrime
che mi facciano provare ancora
l’acre sapore del sale.

Non conosco la meta
del mio stanco migrare
sicché mi volto a guardare
ai quattro punti Cardinali
…e non è che un deserto.

  N° 3387 - 31 maggio 2018

                                                   Il Custode

domenica 27 maggio 2018

IL PRINCIPE DEI MENDICANTI

Si tramandano oscure leggende
su di Calmost, il mendicante
in ginocchio, egli, e penitente
nell’antica piazza del villaggio.

Il suo sguardo è una voragine
che si apre sotto gli astanti
dame e fanciulli vi precipitano
e non sanno più ritornare.

Egli tende la sua mano vuota
di sentieri diretti agli inferi
vi si può leggere l’intera sua vita
Fatta di stenti e strane alchimie.

Qualcuno crede che egli sia un demone
alcuni, altresì, lo considerano un dio
ma sorride, Calmost, il mendicante
un sorriso che pare una latrina.

Si rincorrono voci tremende
per le strette strade del villaggio
dicono che chiunque gli abbia parlato
abbia perduto l’anima e il senno.

Ma egli rimane saldo sul trono
ad elemosinare pane e monete
benché sembra essere solo il pretesto
con cui divorare i cuori, di notte.

  N° 3386 - 27 maggio 2018

                                                      Il Custode

sabato 26 maggio 2018

LEI ACCADDE

Avvenne durante una notte
trasportata dal docile vento
che nacque dalle coste liguri
e si diresse alla pianura lontana.

Lei accadde, e fu davvero bellissimo
dal respiro della salsedine
che incespicò sopra i mattoni
delle antiche crose di Genova.

All’improvviso la luna tacque
e si impigliò fra i capelli di lei
mentre stormi di pipistrelli
emigrarono verso le grotte.

E la gazza si rifece il becco
sul tronco del salice in riva al lago
ma lei accadde sull’erba morbida
e tappezzata di fiori di pesco.

Macchia nera, tratteggio di vita
di un amore sceso dal medioevo
dove nessuno più rammentava
né il falco, neppure il lupo.

E però, nei pertugi del cuore
lei accadde come una cicatrice
che nemmeno la paziente Penelope
avrebbe potuto ricucirne gli strappi.

Si destava, il castello di Carpi
animato da una folla sorniona
di mercanti e fumo di sigarette
e di baci ancora da modellare.

Così sia, raccontò il menestrello
mentre tornava ad affrontare il mare
per confidare ai gabbiani impettiti
come lei accadde un’ultima volta.

  N° 3385 - 26 maggio 2018

                                                        Il Custode

venerdì 25 maggio 2018

L'INFINITO DELLA TUA BELLEZZA

Lascia che io mi inebri
del mio desiderio di te
di quei tuoi occhi magnetici
che scendono come falene
a stuzzicare il mio sguardo.

Nel tempo di un’unica notte
tu sarai il solo pensiero
che mi attraversa la mente
dopo si ferma a giocare
sul baratro della mia anima.

Chiunque tu sarai all’aurora
è mistero che cela la luna
io mi accontenterò del pensiero
dell’infinito della tua bellezza
incatenata tra i miei ricordi.

  N° 3384 - 25 maggio 2018

                                                  Il Custode

RIPETI IL TUO NOME

Ripeti il tuo nome
un interminabile istante
lo serberò nella mente
sino alle pendici del cuore
sicché tu sarai l’amante
che io sognavo da secoli
fino a quando il mio sogno
si è tramutato in fuliggine.

Ho la marea nei miei occhi
che mi fa prigioniero
del suono della tua voce
come le sirene di Ulisse
sarà questo il mio supplizio
nel nucleo della solitudine
laddove ho venduto il tuo viso
al prezzo di un abecedario.

Poiché ho scordato l’amore
lungo la via Emilia
tra buche colme di pioggia
e navi dirette ad Atlantide
ma se tu ripeti il tuo nome
io mi sentirò meno solo
come chi è nato di notte
come chi è morto per gioco.

  N° 3383 - 24 maggio 2018

                                                    Il Custode

mercoledì 23 maggio 2018

SCELSI IL SILENZIO

Scelsi il silenzio
poiché, durante la notte
io ascoltai le tenebre
ed annegai nella mia anima
ogni leggero sussurro
fatto d’inchiostro di stelle.

Sicché mi sentii sereno
nell’osservare la pioggia
mentre restavo seduto
in cima alla vetta più alta
di una luna che ammiccava
come una geisha d’Oriente.

In seguito cavalcai l’onda
sopra la spuma del vento
ed ebbi pensieri felici
che seminai tra i campi
e le rose, e le margherite
volarono a baciare il cielo.

Però, oltrepassato il tuono
di un temporale di luglio
io scorsi cadere le lacrime
dall’otre di nuvole grigie
fuggii fino a sentirmi al sicuro
dentro il grembo dell’Orsa Maggiore.

Infine ricordo un ultimo lampo
colpirmi dentro lo sguardo
ma non vidi il mio dolore
sanguinare in fondo al lago
comunque ne assaporai il sapore
dal sapore di pane raffermo.

Scelsi il silenzio
giacché stanco delle parole
trascinate dall’alta marea
sino alla soglia dl mio cuore
dove il suo violento battito
mi rese sordo ed insensibile.

  N° 3382 - 22 maggio 2018

                                                  Il Custode

domenica 20 maggio 2018

QUESTI FREDDI OCCHI

Con questi freddi occhi
io scruto la tua bellezza
che se tu mi appartenessi
saresti fonte di idolatria.

Ma rimani distante
dalle rughe sulle mie labbra
sicché il tuo viso meraviglioso
è utopia per i miei baci.

Adesso tacito l’anima
che pare un’insolente bambina
e senza dignità alcuna
supplica il tuo impossibile amore.

Il mio stupido cuore
diventa un campo di battaglia
dove giacciono le mie emozioni
come foglie carpite dal vento.

Con questi freddi occhi
io ti osservo e perdo il senno
poiché tu non mi appartieni
ma sei parte della mia solitudine.

  N° 3381 - 20 maggio 2018

                                                  Il Custode

mercoledì 16 maggio 2018

VERSO IL FONDO

Ho sceso le scale
un gradino poi l’altro
lasciando alle mie spalle
quel senso di sicurezza
che dava la luce filtrante
al di là della porta socchiusa.

Ed il buio si faceva fitto
sicché la mia ansia cresceva
il fondo era così profondo
da sembrare irraggiungibile
ed aveva l’odore acre
della vita che sta per finire.

L’umidità e la percezione
di un soffocante terrore
laddove poggiavo i miei piedi
tra scricchiolii e lamenti stridenti
dei ragni, persino degli scorpioni
schiacciati dalle mie suole.

Il fondo era così profondo
che pareva non avere fine
la sua acqua di lezzo stagnante
mi raggelava la pelle
fuggire mi era oramai impossibile
la salvezza era mera utopia.

Io so che il mio destino
si avvicinava all’oblio
la morte mi stava aspettando
o forse io aspettavo lei
ma non aveva importanza
purché tutto avvenisse in fretta.

Ho sceso le scale
e non ricordo null’altro
se non il fondo profondo
che inghiottiva i miei passi
i miei pensieri e i respiri ultimi
e tutto ciò che io fui.

  N° 3380 - 15 maggio 2018

                                                  Il Custode

domenica 13 maggio 2018

L'OMBRA DELL'ULTIMO BACIO

Da qualche parte, nell’anima
come sulla pianura emiliana
il polline si lascia cullare
dalla brezza primaverile
da qualche parte, nel cuore
ho l’impronta della tua bellezza.

E venne un’intensa notte
che presto io dimenticai
i miei ricordi, il mio nome
persino il nome della luna
e venne un intenso delirio
a condurmi alle tue labbra.

In fila sul tuo davanzale
le tracce lasciate dai demoni
quelli che avevi scacciato
dalle pagine del tuo diario
in fila davanti alla tua porta
le briciole del mio desiderio.

Ed io, fermo sulla rotaia
componevo poemi e romanze
poiché pareva l’unico modo
per fare che tu mi vedessi
ed io, fermo sulla tua pelle
mi sentivo davvero appagato.

Non fu magnanimo, il tempo
e nemmeno le onde del mare
che spazzarono da sopra la sabbia
l’ombra dell’ultimo bacio
non fu magnanimo, l’amore
che mi trascinò via da Salem.

  N° 3379 - 12 maggio 2018

                                                   Il Custode

HO FREDDO

Ho freddo
i miei pensieri, come stalattiti
scendono e s’infrangono al suolo
laddove il mio cuore rallenta
per non sprecare il respiro.

Vorrei gridare
ma la mia voce è distante
è perduta dentro l’oblio
di quelle parole d’addio
che i tuoi occhi mi dissero.

Giunge il crepuscolo
lieve ritocco di tenebra
io sento insetti curiosi
a camminarmi la pelle
giusto per saggiare il pasto.

È questa la morte?
Bellissima sensazione d’eterno
che penetra nella mia mente
eppure adesso ho freddo
ma per pochi attimi ancora.

  N° 3378 - 12 maggio 2018

                                                 Il Custode

AVORIO

Tu, predatore bastardo
del mio corno robusto
della mia fragile vita
frattanto che io agonizzo
sotto il sole della savana.

Scende sulla terra arida
il sangue, come torrente
tinge i frammenti d’anima
della quale mi hai derubato
con crudeltà e disprezzo.

Le iene e gli sciacalli
si avvicinano con circospezione
dopo faranno scempio di me
mentre io ancora respiro
mentre io ti maledico.

Tu, bracconiere d’avorio
e vile mercante di morte
ti sei nascosto con cura
hai sparato con la carabina
un colpo…e sono caduto.

Scende sulla terra arida
l’ultima mia inutile lacrima
sotto il sole della savana
non potrà che germogliare
il mio odio profondo per te.

  N° 3377 - 12 maggio 2018

                                                  Il Custode