Scivolano
sulla mia mano
gocce di gelida pioggia
le stringo e sono ad Atlantide
approdo alle coste di Itaca.
Sopra questo
scoglio di isola
l’orizzonte è talmente vicino
che posso quasi toccarlo
e poi tratteggiarlo a matita.
Io sono un
umile equilibrista
in bilico sopra la mia pazzia
la mia mente è una corda tesa
sull’inferno dei miei ricordi.
E lascio
impattare le gocce
sulle conchiglie della battigia
io amo il suono cupo che emettono
mentre esplodono sopra il guscio.
Sopra questa
spiaggia sperduta
la luna è un puntino distante
e il cielo, quando scende la sera
ha il colore del catrame fuso.
A volte io
incespico e cado
sulle lacrime perdute per strada
è solo un attimo, dopodichè ritorno
a vomitare i sorrisi sprecati.
N°
3205 – 20 ottobre 2016
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