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sabato 8 ottobre 2016

L'UOMO SUL VENTO

Ed egli si raccontò
seduto in cima alla notte
unico e solo protagonista
incurante di nuvole e stelle
e il vento volle ascoltarlo
poiché da sempre curioso.

Aveva in punta degli occhi
alcune lacrime molto insolenti
che quando cadevano al suolo
scivolavano sui fili d’erba
dopo creavano sopra il terreno
gemme di un antico rimpianto.

La luna ne ebbe compassione
e lo accarezzò sopra il capo
dita di latte e unghie di gelo
percorrevano i suoi capelli
e lasciavano sulla sua cute
cicatrici di un amore perduto.

La sua voce dalle mille rughe
raggiungeva vette ed anfratti
come fosse il soffio del diavolo
sulle anime dei disperati
quanto le menzogne del Dio
dette agli illusi pavidi e stolti.

Sopra l’orlo del promontorio
scoiattoli, tassi e marmotte
si spintonavano per farsi posto
per sentire ciò che aveva da dire
e fare tesoro delle parole
che egli modellava con le labbra.

Si sentiva come non ci fosse nessuno
nonostante il ronzio delle api
pur tra il frinire delle cicale
allora pensò un ultimo pensiero
cercò i ricordi dentro la sua tasca
e vi trovò polvere e muffa.

Sicché si lanciò nel vuoto sconfinato
alla ricerca di nuove emozioni
ma il vento lo accolse nel grembo
e lo condusse in fondo alle tenebre
e sopra l’orlo del promontorio
qualcuno ancora lo aspetta.

  N° 3201 – 8 ottobre 2016

                                            Il Custode

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