Nacque come
una supplica
presto diventò una pretesa
inebetito dalla tua bellezza
ho perso pudore e ragione.
Ed io ti
guardo e ti voglio
ti voglio in maniera indecente
immagino, e sembra reale
di essere sulle tue labbra.
Capolavoro
nella penombra
il tuo seno dal generoso profilo
ed io rimango impietrito
muto e apatico per il desiderio.
Infine io
riprendo fiato
e ritrovo l’antico coraggio
e sentenzio, amore, amami
fino a rendermi folle di te!
N°
3204 – 17 ottobre 2016
Il Custode
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