Aiutami,
oscuro riflesso
e poni fine al mio delirio
al vortice di solitudine
di cui si nutre la mia anima.
Colpiscimi
senza pietà
poiché io non so morire
se accadesse sarebbe menzogna
fantasia tramutata in leggenda.
Adesso tu vedi
il mio sangue
lo stesso nel quale ti specchi
e questa tua sublime immagine
assume un contorno irreale.
Io, sull’ara
del sacrificio
mi addormento durante l’attesa
tu tentenni come chi ama
ma l’amore sarà la tua fine.
Ti indico il
punto della mia cecità
è giusto là che tu devi colpire
e le ingiurie che io ti urlo
sono quelle rivolte a me stesso.
Adesso io
annuso il tuo odio
ed è ciò che mi rende immortale
da quando ho scoperto che amarti
era solamente un tormento.
N° 3037 - 3 novembre 2015
Il Custode
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