Io forse sarò
l’ultimo
a lasciare questa valle
nella quale rimbalza la eco
dei lamenti dei guerrieri morenti.
Guarderò in
fondo allo sguardo
ogni uomo della mia tribù
e sarò triste, comunque fiero
d’aver combattuto al loro fianco.
E mesto, in
groppa al mio cavallo
passerò in rassegna coloro
sopravvissuti all’ira e alla furia
dei proiettili dei visi pallidi.
Quante morti,
quante anime spente
a cercare nella volta del cielo
la ragione della dipartita
pur non trovandone alcuna.
Ma davvero non
ha importanza
piangere ipocritamente il nemico
rimpiangere questi figli perduti
sopra le terre che ci contendemmo.
Io forse
tornerò al villaggio
a raccontare ai bambini curiosi
il valore ed il nostro coraggio
al cospetto dei soldati d’America.
Il destino,
qui dentro i miei occhi
un oscuro presagio che sfuggo
che ritrovo ad ogni risveglio
ed, ahimè, è tutt’altro che un sogno.
N° 3050 - 25 novembre 2015
Il Custode
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