Ogni lacrima
che pianse
scese a spezzare il silenzio
e tintinnò quando si infranse
contro il fondo dell’arbanella.
D’improvviso, quando
fu colma
lei la distrusse sul pavimento
poi si specchiò in quella pozza
e finalmente si vide bellissima.
Acqua di
oceano e di tristezza
tra le fughe delle mattonelle
mentre la sera, elegante signora
si preparava a sfoggiare il suo abito.
Era novembre
da pochi giorni
eppure sembrava durasse da secoli
che i suoi ricordi, come stalattiti
si impigliavano in un cielo plumbeo.
La luna
l’amava, ed era sincera
così ogni gatto lungo la strada
ma il suo dolore era un tiranno
e la voleva soltanto per sé.
Lei pensò la
morte come rimedio
e si quietò sull’arenile bagnato
con un sorriso sulla punta dell’anima
e rami di ghiaccio intrecciati nel cuore.
N° 3040 - 5 novembre 2015
Il Custode
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