Ne sento
ancora il sapore
scivolare sulle mie labbra
confusamente rivedo i ricordi
che conducono verso il tuo viso.
Fosti tu,
nelle mie vene
l’elisir di questa eterna vita
dacché io ti strappai al rogo
e tu mi facesti dono dell’inferno.
Il tuo bacio è
fiamma poi cenere
e diventa il tuo marchio indelebile
da qualche parte, sulla mia pelle
il tuo nome sovrasta il mio cuore.
Sangue antico
eppure immortale
di cui nessun Dio fu mai degno
e sebbene tu parevi essere ghiaccio
mi bruciavi come se io fossi cera.
Ma distante,
oltre il mio cielo
io ti cerco dentro ogni tempesta
nella notte, nello sguardo della luna
testardo aspetto ancora il tuo ritorno.
N° 3043 - 15 novembre 2015
Il Custode
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