Ho i miei
silenzi
e li conservo con cura
dentro le pieghe dell’anima
ma anche se io li dicessi
nessuno li ascolterebbe.
Cadono giù
come polvere
dai solchi sulle mie labbra
alcuni si aggrappano al petto
e bussano con disperazione
al cuore oramai moribondo.
Percorrono poi
le mie rughe
ed è un gioco assai pericoloso
poiché presto saranno in balìa
della corrente delle mie lacrime
marea che travolge ogni cosa.
E però infine
trovano casa
dentro il mio sguardo ferito
e rendono le mie pupille
oscuri astri che implodono
in frammenti di polline di stelle.
Ho i miei
silenzi
dacché non rammento parole
da tenere dentro lo zaino
per poi raccontarle al vento
se io avessi il bisogno di vivere.
N° 3038 - 4 novembre 2015
Il Custode
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