Questo tavolo
è ghiacciato
seppure avvolto dal lenzuolo
credo che il gelo non sia altro
che il freddo sospiro della morte
ed avvicina il suo avido bacio
dopo lo posa sopra la mia fronte.
Al di là del
vetro io scorgo
spettatori silenti e concentrati
i parenti della persona uccisa
che attendono la mia dipartita
e chissà cosa dirà loro il cuore
quando io non avrò più respiro?
Eppure giuro
che sono innocente
lungi da me commettere crimini
ma se a breve io sarò giustiziato
è perché nessuno mi ha mai creduto
ciononostante rimango convinto
che chiunque uccida debba morire.
Ed ecco che
arriva il reverendo
nero avvoltoio col suo crocifisso
io ho il diritto di negargli la visita
e di rifiutare i suoi sacramenti
il mormorio della gente che osserva
è una condanna ancor più severa.
Ho le braccia
legate con cura
e la maschera che mi occlude la vista
sicché non vedo l’ago colpire
iniettare nelle vene il proprio veleno
e questa pozione di bollente delirio
è giunta per spalancarmi l’inferno.
Io conto i
secondi ed i sogni infranti
sorseggio i ricordi ed i miei pensieri
poiché non so quanto tempo rimane
prima di spengere l’ultima luce
mi sfugge una lacrima di delusione
infine raggiungo le amate tenebre.
N° 3044 - 16 novembre 2015
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento