Questa non è
la mia stanza
ed il letto nel quale riposo
è freddo quanto la notte d’inverno
però io ho forza a sufficienza
da sfasciare lo zinco ed il legno
e tornare a vedere le stelle.
Le pareti…le
finestre decorate
la porta ha un cancello pesante
questa non è la mia casa
ma all’esterno, nel percorso di croci
io assaporo questa aria lugubre
come il lupo che canta alla luna.
Donne e
uomini, fotografie sulle lapidi
quasi mi sorridono al mio passaggio
e si inchinano i crisantemi
tra i viali del cimitero
questa non è la mia vita
e però non mi dispiace affatto.
A piedi nudi,
con l’abito sporco
io calpesto l’erba, dopo le ossa
dei cadaveri in putrefazione
non rammento quando sono morta
ma mi risveglio ed annuso le tenebre
ed ho una tremenda fame di vivi.
N° 3051 - 26 novembre 2015
Il Custode
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