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sabato 28 novembre 2015

DALLA MIA FINESTRA

Dalla mia finestra
io vedo i bambini giocare
a volte cadono
e quando accade piangono
però si rialzano sempre
e saldi sulle proprie gambe
tornano a correre ancora
a cadere…a camminare.

Spesso i vetri si rigano
delle gocce di pioggia
delle onde delle mie lacrime
io, seduto sulla carrozzella
sogno di percorrere passi
uscire da questa mia gabbia
e fare un balzo sul grande prato
ridere forte dopo rotolare.

Non lo posso fare
prigioniero sulla mia sedia
io osservo ed immagino
poiché la mia fantasia è libera
perché sono comunque vivo
e questo mi dovrebbe bastare
dovrebbe…
eppure io sto così male.

Ma io mi rassegno
ho persone che mi circondano
per amore…o forse non è che pietà
seduto, questo è il mio destino
e gli istanti sembrano secoli
dalla mia finestra
i miei desideri calpestano i viali
ed io non li posso seguire…

  N° 3052 - 27 novembre 2015

                                                          Il Custode

giovedì 26 novembre 2015

IL RISVEGLIO DI NINA

Questa non è la mia stanza
ed il letto nel quale riposo
è freddo quanto la notte d’inverno
però io ho forza a sufficienza
da sfasciare lo zinco ed il legno
e tornare a vedere le stelle.

Le pareti…le finestre decorate
la porta ha un cancello pesante
questa non è la mia casa
ma all’esterno, nel percorso di croci
io assaporo questa aria lugubre
come il lupo che canta alla luna.

Donne e uomini, fotografie sulle lapidi
quasi mi sorridono al mio passaggio
e si inchinano i crisantemi
tra i viali del cimitero
questa non è la mia vita
e però non mi dispiace affatto.

A piedi nudi, con l’abito sporco
io calpesto l’erba, dopo le ossa
dei cadaveri in putrefazione
non rammento quando sono morta
ma mi risveglio ed annuso le tenebre
ed ho una tremenda fame di vivi.

  N° 3051 - 26 novembre 2015

                                                         Il Custode

mercoledì 25 novembre 2015

UN CAPO INDIANO

Io forse sarò l’ultimo
a lasciare questa valle
nella quale rimbalza la eco
dei lamenti dei guerrieri morenti.

Guarderò in fondo allo sguardo
ogni uomo della mia tribù
e sarò triste, comunque fiero
d’aver combattuto al loro fianco.

E mesto, in groppa al mio cavallo
passerò in rassegna coloro
sopravvissuti all’ira e alla furia
dei proiettili dei visi pallidi.

Quante morti, quante anime spente
a cercare nella volta del cielo
la ragione della dipartita
pur non trovandone alcuna.

Ma davvero non ha importanza
piangere ipocritamente il nemico
rimpiangere questi figli perduti
sopra le terre che ci contendemmo.

Io forse tornerò al villaggio
a raccontare ai bambini curiosi
il valore ed il nostro coraggio
al cospetto dei soldati d’America.

Il destino, qui dentro i miei occhi
un oscuro presagio che sfuggo
che ritrovo ad ogni risveglio
ed, ahimè, è tutt’altro che un sogno.

  N° 3050 - 25 novembre 2015

                                                          Il Custode

lunedì 23 novembre 2015

DALLA RIVA OPPOSTA

Oltre il fiume, la fitta nebbia
dirada al tocco del vento
un’ombra smunta e sottile
mi tende il braccio avvizzito
e mormora frasi sconnesse
che io non so interpretare.

Sussurra dentro il crepuscolo
il canneto che spunta dall’acqua
la luna nella volta del cielo
infastidita dal graffio delle nuvole
scaglia lacrime come saette
che si impigliano sopra i cespugli.

Ma i pensieri di quel riflesso
che mi supplica dalla riva opposta
sono come schegge di marijuana
appoggiate alle mie narici
quella fragranza mi manda in estasi
io potrei desiderarne di più.

Un improvviso fascio di luce
di colpo illumina quella presenza
i suoi contorni io li ho già visti
forse li ho perfino baciati
occhi rubati ad una marmotta
ed i capelli un manto di tenebra.

Adesso io sento quello che dice
chiama un nome che non risponde
è disperata e grida più forte
verso un corpo adagiato alle onde
quel corpo è ciò che resta di me
che sono morto e non lo sapevo.

  N° 3049 - 23 novembre 2015

                                                         Il Custode

sabato 21 novembre 2015

UN INCUBO MAESTOSO

I ragni si spostano
veloci sopra il parquet
e sono molto affamati
hanno il desiderio di te
mentre tu resti là, immobile
seduta sul pavimento.

La paura…
quale strana creatura!
Come fosse una catena invisibile
ti imprigiona alla parete
e persino i tuoi pensieri
tacciono per via del terrore.

Nel silenzio assordante
il solo impudente tuo cuore
pare un anziano signore
che rimbrotta dei ragazzini
e seppure egli gridi più forte
nessuno si ferma ad ascoltarlo.

La porta ad una sola spanna
pare sia troppo distante
là si annida la tua salvezza
se solo tu riuscissi a muoverti
ti basterebbe un balzo
per uscire dalla tua stanza.

Ed ecco, quel primo morso
ha il potere di farti riprendere
i ragni adesso sono dovunque
sopra i tuoi capezzoli rosa
sulle tue gambe bellissime
e le loro zampe sono velluto.

Tu ti specchi nel vetro profondo
dei loro occhi magnetici
ma la paura…
quale sublime sentimento!
Ti blocca e tu puoi assaporare
tutti i loro baci roventi.

Uno spudorato raggio di sole
si insinua dalla finestra
c’era la notte, ed era stupenda
ma è fuggita a cercare riparo
dalla tracotanza del giorno
da questa luce troppo accecante.

Tu siedi sopra il tuo letto
il tuo sguardo percorre il parquet
e non scorge più alcun ragno
la magia è un incantesimo infranto
ti rimane soltanto la tua delusione
perché è stato un incubo maestoso.

  N° 3048 - 21 novembre 2015

                                                         Il Custode

mercoledì 18 novembre 2015

TERRA DEI PORCI

Accadde tra le sabbie dorate
da Babilonia al muro del pianto
che il profeta seminò sterco
da cui nacque una stirpe indegna
di luridi porci devoti ad Allah.

Sopra la terra intrisa di sangue
si spostarono come locuste
e devastarono la vita e il raccolto
di chi, incrociato durante il cammino
disconobbe la loro parola.

Alle spalle, sotto il sole rovente
i cadaveri degli infedeli
erano cumuli sopra le dune
ma, baciati dalla luna e dal Ghibli
tramutarono in rose del deserto.

E fu il Sinai e le sponde del Nilo
che percorsero simili ad un morbo
con cui infettarono l’Africa intera
e uomini e donne privi di volontà
diventarono scimmie ammaestrate.

Inchiostro di lacrime e di dolore
tra le pagine del demoniaco Corano
menzogne scritte per giustificare
il loro sadico bisogno di violenza
il desiderio di possedere il mondo.

Codardi ed infami senz’anima
uccisero chi non poteva difendersi
il loro Dio fu usato quale pretesto
ma negli sguardi avevano la cupidigia
e dentro il petto solamente l’oblio.

  N° 3047 - 18 novembre 2015

                                                         Il Custode

LA VOCE DI LEI

Pare soltanto un sussurro
che muove dalle radici dell’anima
di fumo, come se fosse droga
ed io cado in confusione
pare non sia che un sospiro
eppure è davvero sublime.

La cerco e attraverso la notte
domando alla luna, alle stelle
e distante quanto è l’orizzonte
il vento la tiene per mano
la cerco e scavalco l’oceano
sulla tolda di una conchiglia.

Melodia di ninfe e folletti
forse nient’altro che fantasia
ma smuove le cime degli alberi
quasi fosse una carezza d’amore
melodia delle sirene di Ulisse
del pifferaio che liberò la contea.

Si narra che fu frutto d’amplesso
fra una strega ed il figlio di Dio
la realtà è che tanta bellezza
non può avere nulla di terreno
si narra come fosse leggenda
la meraviglia della voce di lei.

  N° 3046 - 18 novembre 2015

                                                         Il Custode

lunedì 16 novembre 2015

IN NOME DI ALLAH

Cerca di non fare rumore
e forse avrai salva la vita
dalle belve, dagli psicopatici
che uccidono in nome di Allah.

Striscia come tu fossi serpe
sopra il sangue di molti cadaveri
non pensare che furono uomini
e le lacrime non ti tradiranno.

Se riesci a fingere d’essere morta
forse tu scamperai alla furia
dei bastardi, dei maledetti fanatici
che combattono in nome di Allah.

Tieni calmi i nervi ed i muscoli
al crepitare delle armi da fuoco
che se soltanto tu sobbalzassi
firmeresti la tua condanna a morte.

Non ti muovere, non respirare
e forse sopravvivrai all’inferno
dei selvaggi, dei fottuti maiali
che massacrano in nome di Allah.

  N° 3045 - 16 novembre 2015

                                                          Il Custode

PENSIERI DI UN GIUSTIZIATO

Questo tavolo è ghiacciato
seppure avvolto dal lenzuolo
credo che il gelo non sia altro
che il freddo sospiro della morte
ed avvicina il suo avido bacio
dopo lo posa sopra la mia fronte.

Al di là del vetro io scorgo
spettatori silenti e concentrati
i parenti della persona uccisa
che attendono la mia dipartita
e chissà cosa dirà loro il cuore
quando io non avrò più respiro?

Eppure giuro che sono innocente
lungi da me commettere crimini
ma se a breve io sarò giustiziato
è perché nessuno mi ha mai creduto
ciononostante rimango convinto
che chiunque uccida debba morire.

Ed ecco che arriva il reverendo
nero avvoltoio col suo crocifisso
io ho il diritto di negargli la visita
e di rifiutare i suoi sacramenti
il mormorio della gente che osserva
è una condanna ancor più severa.

Ho le braccia legate con cura
e la maschera che mi occlude la vista
sicché non vedo l’ago colpire
iniettare nelle vene il proprio veleno
e questa pozione di bollente delirio
è giunta per spalancarmi l’inferno.

Io conto i secondi ed i sogni infranti
sorseggio i ricordi ed i miei pensieri
poiché non so quanto tempo rimane
prima di spengere l’ultima luce
mi sfugge una lacrima di delusione
infine raggiungo le amate tenebre.

  N° 3044 - 16 novembre 2015

                                                         Il Custode

domenica 15 novembre 2015

SANGUE ANTICO

Ne sento ancora il sapore
scivolare sulle mie labbra
confusamente rivedo i ricordi
che conducono verso il tuo viso.

Fosti tu, nelle mie vene
l’elisir di questa eterna vita
dacché io ti strappai al rogo
e tu mi facesti dono dell’inferno.

Il tuo bacio è fiamma poi cenere
e diventa il tuo marchio indelebile
da qualche parte, sulla mia pelle
il tuo nome sovrasta il mio cuore.

Sangue antico eppure immortale
di cui nessun Dio fu mai degno
e sebbene tu parevi essere ghiaccio
mi bruciavi come se io fossi cera.

Ma distante, oltre il mio cielo
io ti cerco dentro ogni tempesta
nella notte, nello sguardo della luna
testardo aspetto ancora il tuo ritorno.

  N° 3043 - 15 novembre 2015

                                                          Il Custode

mercoledì 11 novembre 2015

LA NOTTE DI LUCIA

<<Tu hai un buon profumo
e quel tale silenzio ovattato
che io ho sempre ammirato…>>
sicché raccontò, la luna
che nel sentire quelle parole
l’oscurità si sentì lusingata
e le disse ad ogni stella nascente
le ripeté ad ogni lupo dei monti.

Seduta sopra l’ultimo sogno
lei ascoltava le onde cianciare
e chissà mai quale fiaba
immaginava con la sua mente:
<<quando ti guardo io vedo poesia
che riposa dentro il tuo grembo…>>
in quell’alcova lei stava bene
così tanto da volerci dimorare.

Nessuno per l’intera pianura
riuscì a decifrare il lieve sussurrò
dei pipistrelli e delle zanzare
ma nella tenebrosa volta del cielo
lei disegnava il suo futuro destino:
<<io mi sento talmente sola
che se provassi a gridare verso la valle
nemmeno la eco mi risponderebbe…>>

E non si sa quale fu l’esatto momento
in cui le raccolse i propri pensieri:
<<seguirò ogni tua pennellata
non permetterò al sole di avermi…>>
e persa tra le moine delle cicale
lei si accomodò sopra l’altalena
ed attese il primo soffio di vento
poi diventò un frammento notturno.

  N° 3042 - 11 novembre 2015

                                                         Il Custode

domenica 8 novembre 2015

LA DANZA

Danza per me solamente
tu, afrodisiaca e sinuosa
odalisca per una sola notte
e passione di una vita intera
adesso che quest’ultimo velo
scivola sul tuo corpo perfetto.

Profumo di antico crepuscolo
ancestrale quanto il tuo sguardo
sicché tu mi appari leggenda
sfuggita ad un affollato postribolo
bellissima…questo sia chiaro
seppure talmente distante da me.

Ti muovi con un tale garbo
simile alla fiamma che arde
e scioglie la cera della candela
ma la tua lussuria è infingarda
dura il tempo di trenta denari
e di sospiri di artefatta cenere.

Ma comunque piuttosto ipnotica
da lasciare un profondo ricordo
incastrato dentro i miei occhi
che non importa chiunque tu fosti
a me importa soltanto chi sarai
fino al mio prossimo orgasmo.

  N° 3041 - 8 novembre 2015

                                                       Il Custode

...E RAMI DI GHIACCIO INTRECCIATI NEL CUORE

Ogni lacrima che pianse
scese a spezzare il silenzio
e tintinnò quando si infranse
contro il fondo dell’arbanella.

D’improvviso, quando fu colma
lei la distrusse sul pavimento
poi si specchiò in quella pozza
e finalmente si vide bellissima.

Acqua di oceano e di tristezza
tra le fughe delle mattonelle
mentre la sera, elegante signora
si preparava a sfoggiare il suo abito.

Era novembre da pochi giorni
eppure sembrava durasse da secoli
che i suoi ricordi, come stalattiti
si impigliavano in un cielo plumbeo.

La luna l’amava, ed era sincera
così ogni gatto lungo la strada
ma il suo dolore era un tiranno
e la voleva soltanto per sé.

Lei pensò la morte come rimedio
e si quietò sull’arenile bagnato
con un sorriso sulla punta dell’anima
e rami di ghiaccio intrecciati nel cuore.

  N° 3040 - 5 novembre 2015

                                                        Il Custode

giovedì 5 novembre 2015

SEGUIMI

Seguimi dentro la luce
incontro al bagliore del sole
è proprio là che la mia furia
diventa tempesta incontrollabile
che travolge e percuote il tuo viso
con sferzate violente e cattive.

Ho voglia di vederti piangere
di vedere scivolare sull’erba
le tue inutili implorazioni
mescolate al tuo sangue bellissimo
alle lacrime che fanno degli occhi
meravigliose onde di smeraldo.

Poiché io posseggo la tua vita
sono Signore dei tuoi sentimenti
la pietà appartiene ai deboli
a coloro che non hanno carattere
se io dovessi abdicare al tuo sguardo
sarei stupido anziché folle.

Da quando sono fatto di tenebra
ho ritrovato passioni ancestrali
io, invincibile ed impassibile
sorrido del tuo immenso dolore
ne ho riempito anima e tasche
fino a che è trabordato in odio.

E però adesso devo fermarmi
sono esausto…forse soltanto pentito
da qualche parte, nella solitudine
un frammento di notte mi attende
io ti lascio giusto in fondo alla luce
poiché è questa la vendetta migliore.

  N° 3039 - 5 novembre 2015

                                                       Il Custode

mercoledì 4 novembre 2015

HO I MIEI SILENZI

Ho i miei silenzi
e li conservo con cura
dentro le pieghe dell’anima
ma anche se io li dicessi
nessuno li ascolterebbe.

Cadono giù come polvere
dai solchi sulle mie labbra
alcuni si aggrappano al petto
e bussano con disperazione
al cuore oramai moribondo.

Percorrono poi le mie rughe
ed è un gioco assai pericoloso
poiché presto saranno in balìa
della corrente delle mie lacrime
marea che travolge ogni cosa.

E però infine trovano casa
dentro il mio sguardo ferito
e rendono le mie pupille
oscuri astri che implodono
in frammenti di polline di stelle.

Ho i miei silenzi
dacché non rammento parole
da tenere dentro lo zaino
per poi raccontarle al vento
se io avessi il bisogno di vivere.

  N° 3038 - 4 novembre 2015

                                                        Il Custode