Adesso io mi rivelo
e tu non credi ai tuoi occhi
la tua libido si arrampica
oltre un cielo assai pigro.
Tu sarai la mia dannazione
la mia cacciata dall’Eden
il pretesto usato dal tuo Signore
di escludermi in quanto rivale.
Più del tuo sciocco consorte
che dedicò a te una costola
tu pari affascinata da me
e dalla mia pelle che muta.
Io, invece, guardo il tuo viso
e ci vedo un’immensa bellezza
la mela che io ti offro
è soltanto un pegno d’amore.
Scendo ed annuso la tana
al centro delle tue cosce
è umida, è il posto ideale
nel quale io voglio svernare.
Tu, prima ed unica donna
e sconvolgente passione
saremo il peccato e l’oblio
una storia che genera invidia.
Infine avvolgo il tuo corpo
nel velluto delle mie spire
e t’amo, e ti faccio mia
e che si fotta il tuo Dio!
e tu non credi ai tuoi occhi
la tua libido si arrampica
oltre un cielo assai pigro.
la mia cacciata dall’Eden
il pretesto usato dal tuo Signore
di escludermi in quanto rivale.
che dedicò a te una costola
tu pari affascinata da me
e dalla mia pelle che muta.
e ci vedo un’immensa bellezza
la mela che io ti offro
è soltanto un pegno d’amore.
al centro delle tue cosce
è umida, è il posto ideale
nel quale io voglio svernare.
e sconvolgente passione
saremo il peccato e l’oblio
una storia che genera invidia.
nel velluto delle mie spire
e t’amo, e ti faccio mia
e che si fotta il tuo Dio!
N° 4409 - 3 aprile 2021
Il Custode
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