di dolori antichi e
vecchie illusioni
con le parole da bere a
sorsi
come veleno in fondo al
bicchiere.
Danza la luna nel cielo notturno
oltre i vetri e sopra la
veranda
le tenebre divorano
piante e cespugli
dove il vento è
indiscusso padrone.
Sicché, mia cara, tu vorresti entrare
nella mia casa, dentro
il mio cuore
per poi insinuarti nella
mia anima
con il pretesto del tuo
folle amore.
Io prendo fiato per contemplarti
estasiato dalla tua
indubbia bellezza
e dunque sia, ti lascerò
entrare
tra le rughe dei miei
tristi pensieri.
Il tuo sorriso è tempo sprecato
ricordarmi di te sarà
mera utopia
perché io ti farò
sentire sola
fino a che tu imparerai
a maledirmi.
Adesso tu resti seduta in un canto
a giocare a carte con la
tua delusione
diventa ruggine quel tuo
folle amore
intanto io torno al mio
mondo incantato.
N° 3358 - 7 aprile 2018
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento