ma non sento l’odore
di chi mi diede la vita.
Sono confuso, irritato
e piango sommesse
lacrime
sopra le tracce di
sangue
lasciate al tuo
passaggio
sangue di chi io amavo
e adesso non mi parla
più.
Nascosto oltre il cespuglio
provo a sbirciare
dentro i tuoi occhi
ignobili
ma vedo null’altro che
oblio.
Una violenta illusione
la pelle che tu
scuoiasti
solamente per un tuo
vezzo.
Che tu sia maledetto
adesso che abbandoni il
sentiero
lasciandovi agonizzare
i daini ai quali
sparasti
mentre io, orfano in
fuga
affronto la mia
solitudine.
Nessun dio, né giustizia alcuna
potrà lenire il mio
dolore
o lavare l’onta
indelebile
che infetta la tua
lurida anima.
N° 3365 - 16 aprile 2018
Il Custode
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