che flagella le coste
nel mio corpo, il tuo
corpo
affronterà la tempesta
la furia della passione
il delirio della libido.
Poiché malato di te
io sarò prigioniero
perverso
diretto al monte di
Venere
al timone d’un guscio di
noce
scivolerò sulla tua
pelle
naufrago tra i tuoi
glutei perfetti.
Sorgerà una nuova luna
nel cielo dentro i tuoi
occhi
io diventerò galassia
morente
che implode fra le tue
labbra
l’eruzione d’un violento
vulcano
abuserà del tuo palato
voglioso.
Infine io poserò stanco
sopra l’umida battigia
salata
del tuo frutto
afrodisiaco
che mi trasforma in un
folle
che mi uccide dal
desiderio
di perdermi dentro il
tuo grembo.
N° 3364 - 14 aprile 2018
Il Custode
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