Intanto che io
scavo
riconosco le tue pupille
cercano ancora, oltre le zolle
un timido spiraglio di luce
cercano e si rassegnano
la vita è oramai tramontata.
Tu hai dipinto
le radici
del rosso tuo sangue rancido
ne hai abbeverato le talpe
che adesso sono ebbre di te
ed io ne sono geloso
ma me ne farò una ragione.
Sei fredda…me
ne compiaccio
la tua pelle è talmente bianca
che pare un riflesso di luna
le labbra socchiuse mi tentano
e comprendo che il desiderio di te
aveva ragione di essere.
Tu hai
calpestato le formiche
che recavano cibo e sorrisi
nel bellissimo istante mortale
sei stata alquanto maldestra
hai imprecato alla rinfusa
l’agonia e la tua voglia di vivere.
Intanto che io
scavo
ritrovo il tuo splendido viso
e credo tu sia stata importante
seppure per istanti brevi
io credo di averti amata
ma non mi ricordo il tuo nome.
N° 3249 - 1 marzo 2017
Il Custode
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