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sabato 25 marzo 2017

MI STANCHERO' DI TE

Mi stancherò di te
in una sera di lieve tramonto
come una falce sulla pianura
a tacitare il canto dei grilli.

Nell’attesa del tuo dolore
ascolterò gracidare le rane
petulanti sopra lo stagno
sazie di sesso e lucciole in volo.

Ed ho l’odore della primavera
sopra le dita e sotto le unghie
che, infilate dentro le mie narici
esplodono in un delirio di sangue.

Una moneta lanciata nell’aria
e la fionda pronta a colpire
una gazza dal cuore brigante
in agguato per derubarmi.

Devo scegliere se accettare
il perdono che mi vuoi negare
se lasciassi a te la decisione
sarei debole e senza destino.

Nel labirinto della tua ira
come Teseo in balìa del Minotauro
i miei occhi saranno gatti sgarbati
insolenti nel voltarti le spalle.

Un macigno rubato alla cava
e seppellirò il tuo rancore
prima che il mio ripensamento
mi tramuti ancora in un giullare.

Sicché mentre tu parli io penso
e non sento i tuoi lamenti
ma sorrido come se io fossi folle
e preservo la mia libertà.

  N° 3258 - 25 marzo 2017

                                            Il Custode

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