<<Eppure io mi ricordo
i tuoi occhi di pietra preziosa
e l’amore che tu mi raccontavi
come fosse accaduto davvero…>>
Seduto in cima
al suo trono
da solo, come chi ha perduto
il re delle talpe ancora leggeva
le fiabe scritte dalla salamandra.
E nelle
pupille, le prime lacrime
si aggrappavano per non cadere
faceva freddo sulla terra umida
e tra le radici della camomilla.
E però caddero
e si frantumarono
dove giocavano formiche bambine
le più incoscienti vi si tuffarono
pare non seppero tornare indietro.
<<Tu avevi un manto che luccicava
tiepido ed oscuro quanto la notte
ed i baci appoggiati alle labbra
erano fiamme di un antico rogo…>>
E percorse le
gallerie e le caverne
ebbro di dolore e di nostalgia
mentre distante giungevano i suoni
dei battiti di ali delle falene.
Dentro il suo
cuore pochi rintocchi
quelli di un pendolo pronto a fermarsi
e la cui eco andava in confusione
poiché non sapeva da chi tornare.
Sopra un
frammento di rosso rubino
si addormentò, il re delle talpe
tra le sue zampe un libro di fiabe
ed il respiro imploso nella sua anima.
N° 3252 - 10 marzo 2017
Il Custode
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