Con la mia
mente intricata
io ricamo emozioni
romanzi gelidi e tetri
carpiti alla cupa notte
nuda dinnanzi alla luna.
Padrone io,
nelle tenebre
mi muovo con circospezione
gatto nero e solitario
annuso gli spettri nell’aria
li catturo e tramuto in inchiostro.
In balìa di
alcol e di oppio
e dell’odore di carta stampata
io siedo sopra il mio trono
plasmato del pathos e del terrore
generati dalla mia fantasia.
Figlio di
questo nuovo mondo
comunque di stirpe britannica
io cammino il mistero
come farebbe sopra la fune
un funambolo esperto e deciso.
E rammendo la
mia follia
nelle gesta dei personaggi
protagonisti nei miei deliri
nei racconti di sangue e di morte
che mi hanno proclamato genio.
N° 3256 - 22 marzo 2017
Il Custode
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