Piccola
scheggia di cristallo fragile
adagiata fra le mie mani.
Io sfioro il
tuo profilo
con le mie dita sorprese
inebriate dalla tua perfezione
dal profumo sulla tua pelle.
Perché il tuo
viso
è sublime assai più della luna
che la marea si confonde
e si infrange sul bagnasciuga
delle tue morbide labbra.
E chissà mai
quale amore
avresti dovuto essere?
Giardino fiorito tra i boschi
oppure onda d’oceano impetuoso
tu, così piccola eppure maestosa
bellissima da perdere il senno.
N°
3230 – 6 gennaio 2017
Il Custode
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