La gazza sul
palo di legno
osservò le due figure scure
camminare sul sentiero, tra i campi
ad una spanna dal lago di Ophelia.
Sotto il
tiepido cielo di marzo
trascinati da un vento leggero
danzarono i fiori di pesco
prima di infrangersi al suolo.
Dopo pianse il
giovane salice
lacrime dirette verso i fili d’erba
dove i due, figure scure e silenti
si appagarono della solitudine.
Il brivido
della pelle di lei
fremito elettrico ad ogni carezza
lui pensò che non era possibile
dimenticare Salem e i suoi baci.
Ed allora, con
un pugnale rovente
intagliò sulla corteccia dell’anima
il suo nome in caratteri gotici
cicatrice che non poté rimarginare.
La profondità
degli occhi di lei
anfratto d’inferno e maledizione
lui pensò che era soltanto follia
dimenticare Salem e il suo amore.
N° 3237 - 23 gennaio 2017
Il Custode
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