Quell’antro è
terrificante
buio come se fosse l’oblio
alle pareti, appeso al crocifisso
penzola un uomo esile e ignudo
nelle grotte c’è odore di incenso
delle lacrime di cento bambini.
Le arpie
vestite di nero
sono creature alquanto malvagie
dicono d’essere ancelle di Dio
e quel Dio pare davvero crudele
le loro verghe sulle mie carni
provocano solchi e cicatrici.
Quante volte
ho tentato la fuga…
e però, come in un sortilegio
il riflesso nello specchio incrinato
mi riconduce alla mia prigione
ogni mia supplica, ogni bestemmia
scivola e affonda nel fiume di lava.
L’approvazione
del demone bianco
cervello alienato sotto la papalina
sicché le torture adesso hanno inizio
le grotte disperderanno le urla
e le risate delle carnefici suore
che si sublimano di dolore e paura.
N° 3235 - 18 gennaio 2017
Il Custode
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