Il sangue
sulla neve
ed il dolore dentro il petto…
dunque è questo morire
nel gelo dell’autunno
che contrasta
col fuoco che divora il cuore.
Quale e quanto
odio
che l’anima fatica a smorzare…
come cani in preda alla rabbia
adesso sono i figli del popolo
che fomentati dai bolscevichi
assaltano il palazzo d’inverno.
Ho molto
freddo…
il mio corpo pare una foglia
che scivola, oramai inerte
sulle acque ghiacciate del Neva
quasi voglia sfuggire il delirio
e riparare tra le onde del Baltico.
Stringo ancora
il fucile…
quasi che potesse difendermi
dalle baionette e dai bastoni
che mi hanno dato la morte
sotto questo cielo imbiancato
come le strade di Pietrogrado.
Bramosia di
violenza
fame di denaro e di potere…
mentre il mio respiro si quieta
crepitano ed esplodono le fiamme
ed iniziano gli eccidi di massa
all’alba della rivoluzione d’ottobre.
N° 3239 - 30 gennaio 2017
Il Custode