Translate

domenica 30 ottobre 2016

QUESTO CUORE

Lo scaglierò, questo cuore
alle onde d’oceano distante
tra le fauci della balena
ed i resti del burattino
che per cercare il suo babbo
sacrificò la giovane vita.

Accadrà che in fondo al petto
resterà soltanto la eco
di questa mia disperazione
un suono sordo e lontano
quanto i tamburi di guerra
prima che fu Little big horn.

E tutti i secoli inutili
ad implorare perdono alla strega
diventeranno una leggenda
il pettegolezzo di una cicala
talmente bisognosa d’amore
da inventarlo e poi piangerlo.

Un incisione sopra il menhir
il mio messaggio d’addio
in mezzo al vento, il lamento
narrato da una banshee
io ricordo che le sue labbra
marchiarono a fuoco la mia pelle.

Col naso che annusava il baratro
io ho scrutato verso l’oblio
che se fossi riuscito a scordarla
mi sarebbe garbata la vita
ma ho fallito, lei mi mancava
sicché ho preferito morire.

  N° 3209 – 29 ottobre 2016

                                                  Il Custode

giovedì 27 ottobre 2016

AMEL

Ho perduto l’anima
dentro la notte intensa
dei tuoi bellissimi occhi.

Sicché vorrei tornare
distante da queste tenebre
e però, dentro il tuo sguardo
io ho imparato l’estasi.

Un solo bacio, Amel
prima che sia la pazzia
prima che le tue labbra
firmino la mia condanna
alla pena dell’amore vero.

Ma tu mi lasci affondare
tra le sabbie dorate
della tua arida terra
nel calore della tua pelle
io, in esilio ed appagato
sopra il tuo viso perfetto.

  N° 3208 – 27 ottobre 2016

                                                 Il Custode

mercoledì 26 ottobre 2016

LA LUCE DI UNA STELLA

Eppure io lo dissi
alla strega dell’est
ed infine al demonio
che avrei dovuto nascere
con un cuore più arido.

Ma quando ti vidi cadere
nella notte d’autunno
ho pensato il tuo profumo
di fragile spiga di grano
e di fuoco inestinguibile.

Avevi una luce profonda
sopra il tuo giovane viso
le cui rughe e i silenzi
partorivano gemme abissali
di sangue e di gelide lacrime.

Sulla tua pelle
io bruciavo come sul rogo
ed allora capivo che il cielo
non era vasto abbastanza
per contenere tutto il mio amore.

Impietosa, tu mi sfuggisti
spaventata come una farfalla
dal mio aspetto terreno
ma io avevo lucidato le labbra
per offrirti il mio bacio migliore.

Terminò il sogno
ed il vento diventato tempesta
soffiò via il tuo profilo
io chiusi gli occhi un istante
e all’improvviso fu l’alba.

  N° 3207 – 25 ottobre 2016

                                                 Il Custode

lunedì 24 ottobre 2016

PARALISI

L'attimo si fermò
ed il suo rancore
come una tagliola nei boschi
mordeva sull'incessante
inquietudine.

Per la prima volta
egli provava sgomento
e si manifestò ai presenti
come il martire
che cerca comprensione.

I suoi occhi
scrutavano l'indifferenza
e le sue parole
avevano tema
nel lasciare le sue labbra.

Per la prima volta
egli fu solo
con la mente vuota
ed il suo dolore
immobile.

  N° 495 – 11 ottobre 1984

                                             Il Custode

sabato 22 ottobre 2016

MUNDUS FURIOSUS

Le fiamme altissime
sono ritocchi sopra la tela
che la sera tinge tra i monti.

Lingue di fuoco cattivo
e odore di legna che arde
invade la pianura e la collina.

Benché io sono distante
mille e molti più passi
udisco in maniera distinta
le urla della gente straziata.

È la venuta dei mori
che hanno solcato le acque
e uccidono i vecchi e i bambini
stuprano le donne e gli animali.

Un mondo furioso e nuovo
albeggia sul mio continente
pietra tombale sopra il medioevo.

Adesso impugno la spada
indosso l’elmo e il coraggio
ed attendo…e non so che cosa.

Io li vedo, i crudeli invasori
hanno lo sguardo dell’apocalisse
e la puzza del sangue e del dolore
che hanno inflitto alle loro vittime.

Li vedo, e ho una biasimevole paura
ma è questo il mio destino
scegliere se io devo piegarmi
o difendere la mia libertà.

  N° 3206 – 21 ottobre 2016

                                                 Il Custode

giovedì 20 ottobre 2016

GOCCE DI GELIDA PIOGGIA

Scivolano sulla mia mano
gocce di gelida pioggia
le stringo e sono ad Atlantide
approdo alle coste di Itaca.

Sopra questo scoglio di isola
l’orizzonte è talmente vicino
che posso quasi toccarlo
e poi tratteggiarlo a matita.

Io sono un umile equilibrista
in bilico sopra la mia pazzia
la mia mente è una corda tesa
sull’inferno dei miei ricordi.

E lascio impattare le gocce
sulle conchiglie della battigia
io amo il suono cupo che emettono
mentre esplodono sopra il guscio.

Sopra questa spiaggia sperduta
la luna è un puntino distante
e il cielo, quando scende la sera
ha il colore del catrame fuso.

A volte io incespico e cado
sulle lacrime perdute per strada
è solo un attimo, dopodichè ritorno
a vomitare i sorrisi sprecati.

  N° 3205 – 20 ottobre 2016

                                                Il Custode

POVERA ERSILIA

Povera Ersilia
piccola cara
c'è chi ti ha dato solo un bacio
ed è volato via
e tu piccina
in mezzo a tutto quanto il tuo dolore
ti sei perduta
in un mondo grigio
con troppa fantasia.

Povera Ersilia
che eri bella
che eri dolce come una farfalla
e ora non sai volare
ma quanto tempo ti rimane
per cadere in cielo?
Povera Ersilia
che corri troppo
e trovi solo il vuoto.

E quante parole hai detto
cercando chi
le avrebbe mai ascoltate
quante lacrime hai pianto
e nessuno te le ha mai asciugate.

Adesso trovi un altro mondo
dal quale
non potrai tornare indietro
adesso parli a tanta gente
che parla proprio come parli tu.

Povera Ersilia
piccola cara
c'è chi ti ha dato una bustina
sembrava fosse un gioco
tu stai morendo
in mezzo a tutto quanto quel dolore
di chi ti ha persa
e s'è accorto tardi
che forse eri amore.

  N° 671 – 14 luglio 1986

                                          Il Custode

lunedì 17 ottobre 2016

AMAMI!

Nacque come una supplica
presto diventò una pretesa
inebetito dalla tua bellezza
ho perso pudore e ragione.

Ed io ti guardo e ti voglio
ti voglio in maniera indecente
immagino, e sembra reale
di essere sulle tue labbra.

Capolavoro nella penombra
il tuo seno dal generoso profilo
ed io rimango impietrito
muto e apatico per il desiderio.

Infine io riprendo fiato
e ritrovo l’antico coraggio
e sentenzio, amore, amami
fino a rendermi folle di te!

  N° 3204 – 17 ottobre 2016

                                                Il Custode

domenica 16 ottobre 2016

LA LUCE DELL'ANIMA

Fai che non si spenga
la luce scintillante
che ti avvolge l’anima
e scivola via veloce
verso le tenebre del nulla
saggia ed insolente
come la saetta della vita
e ti riporta il ricordo
della tua creatura perduta
che ti sorride e ti parla
oltre la soglia del tuo dolore.

Inginocchiata e penitente
davanti alla pergamena
ascolta ogni tuo pensiero
ovunque ti debba condurre
fosse l’oceano delle lacrime
o la voragine soave e profonda
della beatitudine incosciente
dove la visione onirica
di un Buddha umile e sapiente
adesso ti tende la mano
e guarisce il tuo cuore trafitto.

Alimentala con la speranza
la luce scintillante
che ti avvolge l’anima
brezza di un sorriso sopito
nenia di daimoku che sale
nel tuo cielo di nuvole plumbee
nei tuoi occhi di disperazione
tesi ad inseguire il profumo
della tua creatura perduta
che ti veglia e ti parla
oltre la soglia del tuo dolore.

  N° 1514 – 10 maggio 2009

                                                Il Custode

venerdì 14 ottobre 2016

L'UOMO CON IL GIORNALE

E l’uomo, con signorile calma
entrò nella grande sala
con sotto il braccio il giornale
e il vuoto dentro lo sguardo
in mezzo al giornale, l’ordigno
attendeva di entrare in scena.

Seduti ai banchi del Parlamento
i grassi maiali al governo
fingevano l’ennesima discussione
su decreti da sempre elusi
ed erano molto distanti dalle persone
che arrancavano nella miseria.

L’uomo aveva in fondo all’anima
solamente un assordante silenzio
era la eco del suo dolore
che s’arrampicava verso la gola
e adesso lui lo doveva gridare
e provocare un violento uragano.

La divisa da commesso rubata
come accadde con la sua vita
quando qualcuno, folle alla guida
travolse la sua bambina bellissima
dopo la lasciò agonizzante, nel sangue
sopra un’anonima e fredda strada.

In piedi, ai banchi del Parlamento
i grassi maiali al governo
fingevano l’ennesima lite
poi si spartivano sorrisi compiaciuti
davanti al caffé, alla buvette
tra le paste divorate a sbafo.

Quando la sala tornò a riempirsi
l’uomo osservò quei parassiti
dopodichè pigiò il detonatore
e provocò un violento uragano
e tra le urla e lo strazio dei morti
egli raggiunse, infine, la pace.

  N° 3203 – 14 ottobre 2016

                                                 Il Custode

martedì 11 ottobre 2016

STORIA DI UNA SERA DI PIOGGIA

Fragile e sola
e ignara dentro la sera
lei percorse i suoi ultimi istanti
sopra l’asfalto umido.

Nascosto nel buio profondo
un rifiuto in mezzo ai rifiuti
lui la osservava passare
e chi lei fosse non gli importava.

La donna guardò la luna
mai stata così bella e tanto grande
intanto la pioggia piangeva
una nostalgia senza ritegno.

L’uomo con i capelli bagnati
puzzava come una cagna morente
e un misto di sudore e marciume
scivolava sopra le sue rughe.

E fu all’interno di un riflesso
di una pozzanghera sulla strada
che lei all’improvviso si avvide
di quello sguardo malefico e folle.

Ed egli la colpì con violenza
con il pene, dopo col coltello
e le mormorava parole oscene
un ulteriore dispregio alla vittima.

Infine la donna cadde al suolo
ad una spanna dalle margherite
e l’ultimo suo inutile pensiero
le rimase impigliato all’anima.

L’uomo si ricompose
come avesse svolto il suo compito
intanto la pioggia gridava
un dolore senza rimedio.

  N° 3202 – 11 ottobre 2016

                                              Il Custode

sabato 8 ottobre 2016

L'UOMO SUL VENTO

Ed egli si raccontò
seduto in cima alla notte
unico e solo protagonista
incurante di nuvole e stelle
e il vento volle ascoltarlo
poiché da sempre curioso.

Aveva in punta degli occhi
alcune lacrime molto insolenti
che quando cadevano al suolo
scivolavano sui fili d’erba
dopo creavano sopra il terreno
gemme di un antico rimpianto.

La luna ne ebbe compassione
e lo accarezzò sopra il capo
dita di latte e unghie di gelo
percorrevano i suoi capelli
e lasciavano sulla sua cute
cicatrici di un amore perduto.

La sua voce dalle mille rughe
raggiungeva vette ed anfratti
come fosse il soffio del diavolo
sulle anime dei disperati
quanto le menzogne del Dio
dette agli illusi pavidi e stolti.

Sopra l’orlo del promontorio
scoiattoli, tassi e marmotte
si spintonavano per farsi posto
per sentire ciò che aveva da dire
e fare tesoro delle parole
che egli modellava con le labbra.

Si sentiva come non ci fosse nessuno
nonostante il ronzio delle api
pur tra il frinire delle cicale
allora pensò un ultimo pensiero
cercò i ricordi dentro la sua tasca
e vi trovò polvere e muffa.

Sicché si lanciò nel vuoto sconfinato
alla ricerca di nuove emozioni
ma il vento lo accolse nel grembo
e lo condusse in fondo alle tenebre
e sopra l’orlo del promontorio
qualcuno ancora lo aspetta.

  N° 3201 – 8 ottobre 2016

                                            Il Custode

CERCARTI

Cercarti
dove il sole
sbiadisce
i confini del mondo
dove il cielo
gioca all'amore
e resta solo
nell'oscuro riflesso
di una lacrima
o di un sorriso.

Cercarti
dove la notte
confonde le ombre
e disperde i peccati
dove l'uomo non sa
e rinuncia alle sue corse
per scoprirmi vicino
al tuo sguardo di luna
e ora so
non sei più solo un sogno.

  N° 540 – 5 maggio 1985

                                           Il Custode

IL SIGNORE E LA GUERRA

Ho visto uomini
simili a bestie
feroci
e giocavano
ad uccidere e depredare
e poi ebbero
il perdono di Dio.

Ho visto donne
derubate
nel corpo e nella mente
stanche di piangere
e pregare
e poi ebbero
la comprensione di Dio.

Ho visto bambini
simili a marionette
con i fili tagliati
inermi e senza più il tempo
per diventare adulti
e poi ebbero
il dolore di Dio.

E ho visto vecchi
disperatamente rassegnati
lo sguardo scavato
dall'età
e dalla rabbia
e poi ebbero
la pietà di Dio.

Ho visto la guerra
ma quel giorno
Dio non c'era…

  N° 539 – 3 maggio 1985

                                          Il Custode

venerdì 7 ottobre 2016

UNA VERGINE MADRE

Pare che sia un miracolo
o forse solamente una magia
eppure quel frutto nel ventre
io davvero non lo volevo
e se solo potessi abortire
lo farei in un breve istante.

Io sono pressoché una bambina
impreparata ad essere madre
sposa di questo vecchio perverso
che mi ha strappato i miei anni
e mi costringe a servirlo
quasi che io fossi sua schiava.

E dobbiamo sfuggire ai romani
alla follia dell’infame Erode
e tutto per questa creatura
che i giudei chiamano il salvatore
che per me è una maledizione
il tramonto della mia infanzia.

Io sono ancora un’adolescente
obbligata ad essere donna
e qualcuno mi crede vergine
a causa della mia innocenza
ma le rughe nella mia anima
rivelano che io sono già morta.

  N° 3200 - 7 ottobre 2016

                                           Il Custode