Vengo da lontano
da dove si respira canapa
e la luna di porpora calda
si siede e reclama del tea.
Ho gli occhi senza pensieri
il muco alle pareti del cuore
sicché ogni tanto mi duole
ma io lo tacito con una lama.
Mi ricordo i giorni di pioggia
che scendeva giù dal soffitto
e dentro i secchi sul pavimento
affogavano conchiglie di mare.
Vengo e non so se restare
in questo cielo fatto di cenere
la libellula mi racconta la notte
io rimpiango il mio vecchio antro.
Sulle mani calli di disperazione
nicotina fra le mura dell’anima
ed il bruco vi si arrampica
ma i polmoni atrofizzano in fretta.
Nella tasca conservo la bussola
per ritrovare la via verso il Nord
e però adesso ho le ali di piombo
io precipito ed imparo a strisciare.
da dove si respira canapa
e la luna di porpora calda
si siede e reclama del tea.
il muco alle pareti del cuore
sicché ogni tanto mi duole
ma io lo tacito con una lama.
che scendeva giù dal soffitto
e dentro i secchi sul pavimento
affogavano conchiglie di mare.
in questo cielo fatto di cenere
la libellula mi racconta la notte
io rimpiango il mio vecchio antro.
nicotina fra le mura dell’anima
ed il bruco vi si arrampica
ma i polmoni atrofizzano in fretta.
per ritrovare la via verso il Nord
e però adesso ho le ali di piombo
io precipito ed imparo a strisciare.
N° 4843 - 14 marzo 2023
Il Custode
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