Quel sapore di inverno
violentava il mio palato
la città pareva un puntino
adagiato a fondo valle.
Si udiva, fermo nel cielo
il lamento dei fagiani
avvisare ogni animale
dell’arrivo del cacciatore.
E volavano, le foglie morte
verso il suolo fatto d’argilla
stuzzicavano aghi di pino
che odoravano l’intero bosco.
Quel sapore io lo annusavo
profumava di libertà
e di un’infanzia trascorsa
e perduta lungo il sentiero.
E la luna si smarriva
tra le nuvole e le montagne
si voltava e correva via
per un bacio alla sua notte.
Poi scendeva il vento freddo
e la faceva da padrone
era quella la fine dei tempi
in cui la vita pareva magia.
violentava il mio palato
la città pareva un puntino
adagiato a fondo valle.
il lamento dei fagiani
avvisare ogni animale
dell’arrivo del cacciatore.
verso il suolo fatto d’argilla
stuzzicavano aghi di pino
che odoravano l’intero bosco.
profumava di libertà
e di un’infanzia trascorsa
e perduta lungo il sentiero.
tra le nuvole e le montagne
si voltava e correva via
per un bacio alla sua notte.
e la faceva da padrone
era quella la fine dei tempi
in cui la vita pareva magia.
N° 4450 - 9 maggio 2021
Il Custode
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