sotto le foglie
con le zolle di terra
per non dover vedere
mai più la tua morte
per non riuscire a
sentire
il mio dolore più forte.
Intanto ti penso
tra pensieri e frammenti
di tutte le tue parole
di ogni mio silenzio
quello che io ti tacevo
affinché tu mi odiassi
perché tu non mi amassi.
E mi pento, amore
adesso che io ti parlo
e tu, però, non ascolti
tu, ahimè, non rispondi
ed inizi il tuo viaggio
verso un mondo distante
dai miei occhi feriti.
Sento il tuo respiro
il tuo sospiro di addio
ne rimbalza la eco
tra spoglie pareti
della mia anima ignuda
che suda lacrime e
rabbia
per via della tua
dipartita.
N° 3547 - 8 gennaio 2019
Il Custode
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