di mille lanterne di
carta
che volavano come
lucciole
per un ultimo bacio alla
luna.
Mizuki, uno spettro bellissimo
affondava i fragili
piedi
sull’erba dall’umida
brina
gelida almeno quanto
l’addio.
Nel buio ed oltre il salice
la casa era illuminata
e dietro le sottili
pareti
l’ombra di un uomo
malvagio.
Un breve sentiero di pietra
conduceva fino alla
soglia
Mizuki soffiò la sua ira
ed entrò dove un tempo
abitava.
Lui sobbalzò a quel rumore
dopo la vide, ed
impallidì
<<Io ti
uccisi…>> egli pensò
<<…come hai potuto
tornare alla vita?>>.
Il volto rigato di sangue
Mizuki rimase in
silenzio
gli occhi di mandorlo
acerbo
erano intrisi di odio profondo.
L’uomo tentò di fuggire
ma non c’era alcun posto
sicuro
fu allora che si
inginocchiò
come il loto destinato a
sfiorire.
Un colpo solo verso lo sterno
per strappare quel cuore
arido
egli cadde come un
fantoccio
e Mizuki ebbe la sua
vendetta.
N° 3546 - 6 gennaio 2019
Il Custode
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