Nella mia casa
l’ospite da te imposto
tu, quale ingiusto padrone
mi costringi, come io fossi belva
a difendere il mio territorio
la libertà conquistata col sangue.
Questo è il
mio posto
ma tu lo hai barattato
e se io invoco i miei diritti
tu mi accusi di xenofobia
troppe le ricchezze che accumuli
col pretesto dell’accoglienza.
Hai perduto il
senso della misura
accecato da potere e danari
nessuno sdegno per le tue malefatte
ai miei dubbi, alle mie obiezioni
tu mi tacci di discriminazione
e nel frattempo discrimini me.
Ma sei un
artista
un abile e scaltro manipolatore
e fai leva sulle mie debolezze
per reprimere la mia rabbia crescente
io mi indigno, dopo ti insulto
e però ti seguo sino alla mia rovina.
N° 3278 - 1 giugno 2017
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento