Nei tuoi occhi
era l’abisso
quello in cui io mi specchiavo
dopo precipitavo in un lampo
dentro una marea di catrame
profumato di oblio e solitudine.
Ma bastò un
solo fiammifero
ad incendiare il tuo sguardo
e la mia anima si fece torcia
credo che fu in quel momento
che io diventai folle d’amore.
Il tuo cuore
vomitava parole
fredde come pareti di ghiaccio
ma io, in bilico sulla pazzia
le raccoglievo dal pavimento
e ne facevo poesie su pergamena.
Sulle mie
labbra avevo il tuo viso
e davvero non desideravo altro
talmente bello da pietrificarmi
e condurmi incontro al delirio
dal quale non seppi più ritornare.
N° 3285 - 20 giugno 2017
Il Custode
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