Ode a te
pensiero indecente
violento declino della ragione
io mi perdo sopra il tuo viso
e non ho alcuno scampo
al mio delirio
alla resa dell’anima.
Afrodisiaca
per vocazione
tu sei la forte catena
che stringe alle caviglie
io la consapevole vittima
della passione che mi divora
mi brucia vivo, come fossi un eretico
sopra la pira della tua voluttà.
Odissea di un
sospiro
che si infrange ed implode
sul fondale di pura ametista
dei tuoi occhi stupendi
e di austera fattura
quanto quelli di una gotica dama
simili ad una concubina orientale.
Sicché io ti
desidero
tu, bella per decisione divina
figlia di Olimpo
e di Olimpo regina
tu sei supplizio e maledizione
per il mio cuore che deraglia
infine si quieta sopra i tuoi seni.
N° 3283 - 14 giugno 2017
Il Custode
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