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venerdì 31 marzo 2017

MORWEN

Io siederò ad aspettare
sopra l’orlo del dirupo
e sotto, il grande lago
ed ancora la pianura
dove in sella al tuo cavallo
presto tu passerai, Morwen.

Scheggia di veleno rapido
la tua ombra all’orizzonte
e la eco del tuo dolore
come scia o maledizione
però quella sofferenza
non scalfisce il tuo bel viso.

Tramonta il sole al tuo arrivo
poiché tu sei fatta di tenebra
il frammento di cielo perfetto
per dare dimora alla luna
il destino che ho agognato
per i miei baci d’amore.

Il profumo delle tue rughe
ecco come io ti riconoscerò
polline di giglio in fuga
da ferite e disperazione
tu, nera fanciulla e delirio
e però parte della mia anima.

  N° 3260 - 31 marzo 2017

                                          Il Custode

DIMORA DELLE OMBRE

In questa casa
lacrime appese alle pareti
e si insinua la nebbia
dalla fessura sotto la porta
sebbene non sia stata invitata.

Dentro un’arbanella
la eco di antichi sospiri
sembrano lucciole in gabbia
che picchiano la testa sul vetro
dopo graffiano e perdono sangue.

E le ombre siedono
con garbo alla tavola spoglia
e nei bicchieri giace la polvere
oramai pallida e smunta
da una veglia che dura da secoli.

Chissà cosa sogna
il ragno che tesse la tela?
Ogni tanto ridiscende a valle
per rubare un tozzo di pane
raffermo e ricoperto di muffa.

Rimpiango le tenebre
dove a volte io ero felice
la luna, dietro il dipinto
ha lasciato un alone marcato
sopra il muro di cielo plumbeo.

E le ombre sorridono
dei miei pensieri senza destino
ogni volta che vorrei fuggire
e però, quando apro la soglia
fuori c’è soltanto l’oblio.

  N° 3259 - 30 marzo 2017

                                           Il Custode

sabato 25 marzo 2017

MI STANCHERO' DI TE

Mi stancherò di te
in una sera di lieve tramonto
come una falce sulla pianura
a tacitare il canto dei grilli.

Nell’attesa del tuo dolore
ascolterò gracidare le rane
petulanti sopra lo stagno
sazie di sesso e lucciole in volo.

Ed ho l’odore della primavera
sopra le dita e sotto le unghie
che, infilate dentro le mie narici
esplodono in un delirio di sangue.

Una moneta lanciata nell’aria
e la fionda pronta a colpire
una gazza dal cuore brigante
in agguato per derubarmi.

Devo scegliere se accettare
il perdono che mi vuoi negare
se lasciassi a te la decisione
sarei debole e senza destino.

Nel labirinto della tua ira
come Teseo in balìa del Minotauro
i miei occhi saranno gatti sgarbati
insolenti nel voltarti le spalle.

Un macigno rubato alla cava
e seppellirò il tuo rancore
prima che il mio ripensamento
mi tramuti ancora in un giullare.

Sicché mentre tu parli io penso
e non sento i tuoi lamenti
ma sorrido come se io fossi folle
e preservo la mia libertà.

  N° 3258 - 25 marzo 2017

                                            Il Custode

venerdì 24 marzo 2017

E LA LUNA PIANSE MARIE

La teoria delle lacrime
e durante la notte
il vento era troppo debole
sicché il suo dolore profondo
rimase impigliato alle ciglia
di alcune stelle senza destino.

Chissà per quale sospiro
lei aveva smarrito i ricordi?
Poche le rughe sulla sua pelle
molte di più dentro l’anima
insieme a semi di sottile agonia
germogliati in punta del cuore.

Sotto quel cielo di cenere
il prato diventò un acquitrino
ed un poeta si domandò
dove nacquero quelle onde gelate
che strette alle sue caviglie
odoravano di amore perduto.

Ma accadde dentro le tenebre
lei svanì nel totale silenzio
e nessuno, nemmeno le nuvole
seppero darsi una spiegazione
soltanto la luna pianse Marie
e generò un oceano di luce.

  N° 3257 - 24 marzo 2017

                                          Il Custode

mercoledì 22 marzo 2017

POE

Con la mia mente intricata
io ricamo emozioni
romanzi gelidi e tetri
carpiti alla cupa notte
nuda dinnanzi alla luna.

Padrone io, nelle tenebre
mi muovo con circospezione
gatto nero e solitario
annuso gli spettri nell’aria
li catturo e tramuto in inchiostro.

In balìa di alcol e di oppio
e dell’odore di carta stampata
io siedo sopra il mio trono
plasmato del pathos e del terrore
generati dalla mia fantasia.

Figlio di questo nuovo mondo
comunque di stirpe britannica
io cammino il mistero
come farebbe sopra la fune
un funambolo esperto e deciso.

E rammendo la mia follia
nelle gesta dei personaggi
protagonisti nei miei deliri
nei racconti di sangue e di morte
che mi hanno proclamato genio.

  N° 3256 - 22 marzo 2017

                                            Il Custode

martedì 21 marzo 2017

L'INFANZIA DI UN AGUZZINO

Ricordo che da bambino
scagliavo pietre nel lago
e mi sorprendevo ogni volta
da quanti balzi facessero
sopra le acque assai limpide
prima di adagiarsi sul fondo.

Io non mi sentivo amato
lo confessavo alle lucertole
alle quali staccavo la coda
alle formiche che abbandonavo
agonizzanti sopra il terreno
in un letto di fiamme e di alcool.

E l’inverno il naso colava
sangue perduto dai capillari
erano fragili quanto il cristallo
e non so se per il mio fisico esile
o per via delle percosse continue
dispensate dai miei genitori.

La notte era la complice perfetta
alla quale confidavo i segreti
io lo so che non era discreta
e li raccontava alla splendida luna
e però aveva un tale profumo
che non potevo serbargli rancore.

Io non mi sentivo apprezzato
lo scrivevo sopra fogli di carta
che riempivo di lucciole e mosche
e poi gettavo dentro il camino
perché se qualcuno li avesse letti
mi avrebbe preso per pazzo.

Ricordo che da bambino
tutto sommato ero felice
adesso, e per quanto io uccida
non ritrovo quelle sensazioni
sicché essere uno zelante aguzzino
è diventata un’incombenza gradevole.

  N° 3255 - 20 marzo 2017

                                            Il Custode

mercoledì 15 marzo 2017

RABBIA

Mio malgrado, sei tu
colei che stavo aspettando
sei la donna
e sei l’amore improvviso
che non credevo esistesse.

Adesso, nella mia mente
infuria la rabbia
perché sei la donna
e sei l’amore per sempre
che non avrei mai voluto.

  N° 3254 - 15 marzo 2017

                                          Il Custode

domenica 12 marzo 2017

IL TUO VISO E' BELLISSIMO

Il tuo viso è bellissimo
una tela sopra la quale
le mie dita scendono lievi
nel timore di poterla strappare.

E viandanti sono i miei baci
come stelle dalla smarrita via
sulle gote, sulle tue labbra
ed il resto si fa confusione.

Sembrano bimbi sperduti
i miei occhi se non ti vedono
capricciosi fino ad impietosirti
ed avere qualcosa ancora di te.

Meraviglia e sortilegio
una luna in mezzo alla notte
che si fonde insieme alle tenebre
per creare un connubio magico.

Il mio cuore è cielo in tempesta
il preludio al tormento eterno
ed allora io ritorno a pensarti
per tatuarti nella mia mente.

Infine l’anima diventa universo
per accoglierti tra le sue spire
sono folle, in balìa del delirio
ma ho davvero bisogno di te.

  N° 3253 - 12 marzo 2017

                                          Il Custode

venerdì 10 marzo 2017

IL RE DELLE TALPE

<<Eppure io mi ricordo
i tuoi occhi di pietra preziosa
e l’amore che tu mi raccontavi
come fosse accaduto davvero…>>

Seduto in cima al suo trono
da solo, come chi ha perduto
il re delle talpe ancora leggeva
le fiabe scritte dalla salamandra.

E nelle pupille, le prime lacrime
si aggrappavano per non cadere
faceva freddo sulla terra umida
e tra le radici della camomilla.

E però caddero e si frantumarono
dove giocavano formiche bambine
le più incoscienti vi si tuffarono
pare non seppero tornare indietro.

<<Tu avevi un manto che luccicava
tiepido ed oscuro quanto la notte
ed i baci appoggiati alle labbra
erano fiamme di un antico rogo…>>

E percorse le gallerie e le caverne
ebbro di dolore e di nostalgia
mentre distante giungevano i suoni
dei battiti di ali delle falene.

Dentro il suo cuore pochi rintocchi
quelli di un pendolo pronto a fermarsi
e la cui eco andava in confusione
poiché non sapeva da chi tornare.

Sopra un frammento di rosso rubino
si addormentò, il re delle talpe
tra le sue zampe un libro di fiabe
ed il respiro imploso nella sua anima.

  N° 3252 - 10 marzo 2017

                                          Il Custode

martedì 7 marzo 2017

SALOME'

Continua a danzare
meravigliosa Salomè
tra la gente che strepita
ed emana odori violenti
talmente forti nell’aria
da infastidire le stelle.

Tu, bellissima e algida
e consapevole d’esserlo
sicché ogni tuo movimento
e malizia ed è desiderio
in questa tiepida notte
in cui la luna è spettatrice.

Danza al chiassoso banchetto
preludio alla mia morte
ed io porterò insieme a me
sui sentieri dell’oltretomba
il tuo viso stupendo, Salomè
la schiavitù nella tua mente.

-Figlia di Erodiade-
come se tu non esistessi
impeto di orgoglio e di rabbia
nel chiedere, sopra il vassoio
i miei ultimi sospiri di vita
la mia testa e la mia dignità.

Danza che è giunta l'ora
meravigliosa Salomè
tra la gente che ti incita
inebriata dal mio sangue
tu, bellissima e sola
mai libera come avresti voluto.

  N° 3251 - 7 marzo 2017

                                         Il Custode

venerdì 3 marzo 2017

MORTE DI UN LUPO

Ho freddo
benché dentro al petto
danzino fiamme robuste
ciononostante, il mio sangue
diventa stalagmite e rubino.

E respiro
sussulti ad intermittenza
sotto questo cielo immobile
come un astratto dipinto
di luci e colori alla rinfusa.

L’erba è bagnata
di brina e delle lacrime
il suo odore acre e salato
mi entra nelle narici
si mescola alla polvere da sparo.

Adesso io lo vedo
il mio bastardo giustiziere
annuso il sorriso compiaciuto
di colui che si crede invincibile
con un fucile, con la crudeltà.

Chiudo gli occhi
non è per vigliaccheria
ma è la rabbia che monta
nel sentirlo toccare i miei arti
e non poterlo azzannare.

Infine io muoio
con odio, con tanto disprezzo
un lupo che cantava alla luna
ucciso da un vile assassino
solamente per farne un trofeo.

  N° 3250 - 2 marzo 2017

                                          Il Custode

mercoledì 1 marzo 2017

INTANTO CHE SCAVO

Intanto che io scavo
riconosco le tue pupille
cercano ancora, oltre le zolle
un timido spiraglio di luce
cercano e si rassegnano
la vita è oramai tramontata.

Tu hai dipinto le radici
del rosso tuo sangue rancido
ne hai abbeverato le talpe
che adesso sono ebbre di te
ed io ne sono geloso
ma me ne farò una ragione.

Sei fredda…me ne compiaccio
la tua pelle è talmente bianca
che pare un riflesso di luna
le labbra socchiuse mi tentano
e comprendo che il desiderio di te
aveva ragione di essere.

Tu hai calpestato le formiche
che recavano cibo e sorrisi
nel bellissimo istante mortale
sei stata alquanto maldestra
hai imprecato alla rinfusa
l’agonia e la tua voglia di vivere.

Intanto che io scavo
ritrovo il tuo splendido viso
e credo tu sia stata importante
seppure per istanti brevi
io credo di averti amata
ma non mi ricordo il tuo nome.

  N° 3249 - 1 marzo 2017

                                        Il Custode