Siediti qui e parlami
qui, nella tua casa infestata
ho la vodka e pure il tabacco
o, se preferisci, una tazza di caffè
siediti qui e ascoltami
che tu mi ricordi me stesso.
qui, nella tua casa infestata
ho la vodka e pure il tabacco
o, se preferisci, una tazza di caffè
siediti qui e ascoltami
che tu mi ricordi me stesso.
Tu rammenti le stanze?
Ecco perché vuoi restare
per te pulirò via la polvere
scosterò con garbo le ragnatele
'ché il ragno non m'ha mai insultato
ed io non voglio fargli del male.
Il tuo letto è intatto
così come fu alla tua morte
l'ultimo tuo morso alle lenzuola
vi ha lasciato una cicatrice profonda
è il marchio di quanto soffristi
ma so che tu non ne vuoi parlare.
Provi a guardarti allo specchio
eppure non riesci a vederti
sicché tu non ricordi il tuo viso
non sai la luce del tuo sorriso
e questa cosa ti innervosisce
allora batti forte i pugni sul muro.
Per calmarti io apro la porta
sui muretti tu vedi i gatti passare
ti sfugge una lacrima di nostalgia
seppure invisibile ne sento il sapore
e comprendo che vorresti tornare
ma la vita non è più il tuo posto.
E penso a quando qui, nella sera
tu scrivevi poesie, componevi canzoni
e la luna, con la voce in falsetto
faceva da diapason ad ogni tuo accordo
in un cassetto del tuo vecchio comò
conservi ancora le bozze e gli spartiti.
sui muretti tu vedi i gatti passare
ti sfugge una lacrima di nostalgia
seppure invisibile ne sento il sapore
e comprendo che vorresti tornare
ma la vita non è più il tuo posto.
E penso a quando qui, nella sera
tu scrivevi poesie, componevi canzoni
e la luna, con la voce in falsetto
faceva da diapason ad ogni tuo accordo
in un cassetto del tuo vecchio comò
conservi ancora le bozze e gli spartiti.
Osservo il tuo ritratto sul muro
e realizzo quanto mi manchi
allora bevo la vodka, fumo il tabacco
ed infine sorseggio il caffè
poi mi addormento accanto alla tua ombra
al tuo silenzio che mi ricorda me stesso.
N° 5411 - 25 maggio 2025
Il Custode

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