Ancora e spesso io penso
a te che fosti una maledizione
luna tagliente dentro il mio sguardo
e la mia vista incontrò l’oblio.
Sotto una notte fatta di polvere
sbattevi le ali e creavi tormenta
ma io cercavo nel tuo petto muto
una morte che fosse per sempre.
Composta di cera e rabbia immane
tu, penitente ai piedi di Abraxas
io mi illudevo di poterti cambiare
ma fosti tu a cambiare me.
Avevi il sapore della dannazione
e sulle labbra la fragranza d’assenzio
come avrei potuto evitare il baratro
disegnato sul tuo viso perfetto?
Adesso ti osservo dal caleidoscopio
e mi rammenta che sei perduta
tu che fosti una maledizione
dalla quale io non seppi tornare.
a te che fosti una maledizione
luna tagliente dentro il mio sguardo
e la mia vista incontrò l’oblio.
sbattevi le ali e creavi tormenta
ma io cercavo nel tuo petto muto
una morte che fosse per sempre.
tu, penitente ai piedi di Abraxas
io mi illudevo di poterti cambiare
ma fosti tu a cambiare me.
e sulle labbra la fragranza d’assenzio
come avrei potuto evitare il baratro
disegnato sul tuo viso perfetto?
e mi rammenta che sei perduta
tu che fosti una maledizione
dalla quale io non seppi tornare.
N° 4532 - 8 agosto 2021
Il Custode
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