Seguì un immenso bagliore
sul tuo talamo di ceralacca
ed amore, tu che fosti di stoffa
del quale io fui la benzina
prendesti fuoco in un lampo.
Ed i ragni fermi alle pareti
imprecarono per quel calore
che fece cenere delle loro tele
e delle mosche, carne inservibile
un banchetto che era sfumato.
Tu avesti parole e poi gemiti
che risvegliarono perversi demoni
e monache assetate di sesso
la cui libido infrangeva le mura
di un inferno che pareva distante.
Ed amore, tu che fosti di pietra
dentro le mie pupille di lava
ti sciogliesti molto più della cera
e creasti stalagmiti sul pavimento
sopra le quali inciampavo ogni istante.
E giunse, infine, il grande inverno
con la pioggia, con il vento forte
e benché sembravi essere l’eterno
tu seguisti la corrente del fiume
poiché fosti soltanto un incendio.
sul tuo talamo di ceralacca
ed amore, tu che fosti di stoffa
del quale io fui la benzina
prendesti fuoco in un lampo.
imprecarono per quel calore
che fece cenere delle loro tele
e delle mosche, carne inservibile
un banchetto che era sfumato.
che risvegliarono perversi demoni
e monache assetate di sesso
la cui libido infrangeva le mura
di un inferno che pareva distante.
dentro le mie pupille di lava
ti sciogliesti molto più della cera
e creasti stalagmiti sul pavimento
sopra le quali inciampavo ogni istante.
con la pioggia, con il vento forte
e benché sembravi essere l’eterno
tu seguisti la corrente del fiume
poiché fosti soltanto un incendio.
N° 4533 - 9 agosto 2021
Il Custode
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