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lunedì 29 agosto 2016

UN TEMPLARE

Ho preservato il tuo mistero
con la spada, e con il sangue
io l’ho difeso dagli arabi
nel deserto arido, nelle moschee
fino alle porte di Gerusalemme.

Nulla fu mai più importante
del Santo Graal, del tuo Sacro sepolcro
per cui io ho ucciso e mutilato
ma non ho provato rimorso
a nessuno ho mai chiesto perdono.

Assai crudeli furono i miei nemici
tagliatori di teste privi di scrupoli
e però, in virtù della mia fede
nulla poteva darmi alcun timore
la morte…l’agognata ricompensa.

Ma, ahimé, ingabbiato come una bestia
da codesti vescovi infingardi
che hanno instaurato il terrore
per manovrare i deboli uomini
e mantenere privilegi e potere.

Io, tuo soldato impavido e leale
ora accusato di infamia ed eresia
non è così che intendevo servirti
e tu dove sei, adesso, o mio Signore
mentre è pronto per me il rogo?

Forse sarà il pensiero dei posteri
a riabilitare la mia anima errante
sicché quest’ultimo mio sacrificio
mi condurrà al tuo regno distante
che, a dire il vero, a me non importa.

  N° 3175 - 29 agosto 2016

                                       Il Custode

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